«Il Mercatino di Natale si deve rinnovare con più chalet e animazione per i turisti»
Un Mercatino di Natale che deve rinnovare la sua formula se non vuole progressivamente dilapidare il patrimonio di visitatori accumulato con il successo maturato in 10 edizioni al Teatro romano di Aosta. Perché se è vero che l’allestimento offre un colpo d’occhio unico nel suo genere, è altrettanto vero che l’effetto novità è destinato ad affievolirsi con il passare del tempo e i punti deboli rischiano di prevalere su quelli vincenti. Ne sono convinti diversi degli espositori che dalla sera di venerdì 24 novembre occupano gli chalet che hanno animato il Marché Vert Noël su cui domani, domenica 7 gennaio, calerà il sipario. Tra questi vi è Ermanno Bonomi di “Céramiques traditionnelles des Alpes” di Villeneuve, il quale premette che «siamo soddisfatti di come è andata questa edizione del Mercatino di Natale perché abbiamo raggiunto il fatturato del 2016/2017» ma aggiunge che «abbiamo raccolto alcune osservazioni da parte del pubblico per rendere il Marché Vert Noël più attraente». La prima è che i parecchi valdostani che lo visitano hanno notato «l’assenza di qualche chalet che proponesse prodotti diversi dal solito, capaci di incuriosirli» precisa Bonomi. Un esempio? Quest’anno non c’era quello di Merano. «Inoltre molti dicevano: “Ma è tutto qui?” - racconta Ermanno Bonomi - Pertanto sarebbe utile valutare l’ipotesi di aumentare il numero di espositori. Dal nostro punto di vista, poi, bisognerebbe riuscire a far venire i pullman con i turisti non solo il sabato e la domenica ma anche negli altri giorni della settimana. Magari proponendo delle animazioni e creando degli spazi coperti e riscaldati per favorire la convivialità, altrimenti i visitatori non sapendo dove fermarsi vanno via. Gli orari? Benissimo quello dalle 10 alle 20, però tenere aperto fino alle 23 nei giorni prefestivi di fatto non è servito a nulla perché purtroppo la città era deserta». Altre proposte? «Non sarebbe male - risponde Ermanno Bonomi - se l’Amministrazione comunale si facesse carico di realizzare dei sacchetti con il logo Marché Vert Noël da vendere agli espositori, in modo che i clienti se li portino a casa con la merce che acquistano. Un modo per promuovere la manifestazione al di fuori dei confini regionali. Potrebbe inoltre essere presa in considerazione l’opportunità di non smontare gli chalet fino alla Fiera di Sant’Orso, con aperture solo nel fine settimana proponendo le eccellenze enogastronomiche valdostane».
Osservazioni condivise da Ymac Frassy di Arvier nello chalet “La Boulangerie”, secondo cui «Bisogna aumentare il numero di espositori perché così il mercatino è troppo piccolo. La gente che viene da Milano e in meno di un’ora lo gira tutto e resta inevitabilmente delusa. Mancano inoltre delle attività di animazione per i turisti. A mio avviso, poi, bisognerebbe ridurre gli orari, in settimana basterebbe aprire solo il pomeriggio, dalle 16 alle 20. Inoltre è troppo lungo il periodo del Marché Vert Noël: sarebbe stato sufficiente iniziare dal primo fine settimana di dicembre, dato che il clou della manifestazione si raggiunge nelle 2 settimane successive».
Il giudizio di Walter Teppex di Aymavilles, che nello chalet “Nectar des Montagnes” vende miele e vino, su questa edizione del Mercatino di Natale è cauto: «Non si può dire che sia andata bene ma nemmeno che sia andata così male. Diciamo che le soddisfazioni maggiori sono giunte nei fine settimana, poi le nevicate di domenica 10 e di lunedì 11 dicembre hanno frenato i visitatori. E’ vero che dopo la riapertura del Tunnel del Gran San Bernardo abbiamo rivisto gli svizzeri, ma l’anno scorso le condizioni meteo ideali con temperature elevate avevano senz’altro favorito un afflusso costante e maggiore di pubblico. Osservazioni? In questa edizione trovo che la disposizione degli chalet sia dispersiva, sarebbe stato meglio li avessero sistemati più vicini l’uno all’altro. In Valle d’Aosta, oltretutto, i trasporti restano un nodo cruciale per attrarre i turisti, con tariffe autostradali esose e treni che sappiamo tutti come funzionano. Cosa mi aspetto dall’ultimo fine settimana? Dipende dal tempo...».
Chi invece è estremamente soddisfatto è il biellese Luciano Ferrero de “L’assiette du berger” che vende i prodotti dell’alpeggio Monte Cerchio nell’Oasi Zegna. «Sono contento perché lavoro bene soprattutto con i clienti valdostani - racconta Luciano Ferrero - che comprano i nostri formaggi, dalla toma magra al Macagn, il salame di toro e i cotechini. Non ho particolari critiche da fare, magari solo l’apertura fino alle 23 il sabato, anziché sino alle 20 come gli altri giorni, forse è stata eccessiva. Le mie previsioni per questo ultimo fine settimana del Mercatino di Natale? Sono sicuramente buone».
Pure Alessandro Bertozzi di “Les rêves en papier”, lo chalet della cartolibreria Brivio di via Sant’Anselmo ad Aosta, non si lamenta. «Direi che, a parte il tempo, è andata bene. - afferma - Certo, l’anno scorso il clima ci ha favorito maggiormente, tuttavia in questa edizione del Marché Vert Noël ho comunque venduto bene le stampe di montagna, i quaderni con copertine a tema natalizio e gli addobbi. Abbiamo lavorato soprattutto le domeniche, quando arrivavano i pullman con i turisti. Un suggerimento per migliorare il mercatino? Forse qualche chalet in più non guasterebbe e l’orario fino alle 23 il sabato è troppo lungo».
Un punto di vista diverso è quello di Mavy Spadotto di Charvensod che da mercoledì 13 dicembre è nello stand Pila Snowland, che promuove il comprensorio sciistico di Pila a Gressan, un osservatorio privilegiato sui gusti e le curiosità dei turisti. «In generale sono state tante le richieste di informazioni su piste e impianti di risalita e abbiamo venduto diversi skipass. - racconta Mavy Spadotto - Una curiosità? In molti vogliono sapere cosa può fare chi sceglie una vacanza sulla neve ma non scia. Gli italiani si informano mentre gli stranieri, specialmente i francesi e gli inglesi, prendono cartine e brochures. Questa è stata la mia prima volta al Marché Vert Noël e devo dire che è stata davvero una bella esperienza, a parte il freddo!».