Domenica scorsa, 8 dicembre, la parrocchia di Maria Immacolata ad Aosta ha celebrato la festa patronale ricordando monsignor Maturino Blanchet
Domenica scorsa, 8 dicembre, la parrocchia di Maria Immacolata ad Aosta ha celebrato la festa patronale, preceduta da venerdì 29 novembre a sabato 7 dicembre dalla novena all’Immacolata Concezione. Il vescovo di Aosta monsignor Franco Lovignana ha presieduto la Messa concelebrata con i padri oblati di Maria Immacolata di Aosta, da padre Claudio Carleo che con padre Mauro Concardi si è alternato nella predicazione durante la novena, e dai diaconi Roberto Cerise e Sami Sowes. Prima dell’inizio della messa il parroco padre Gregorio Glabas ha salutato i presenti, il vescovo, il sindaco di Aosta, Maurizio Longo che ha musicato il canto del santuario, ha ricordato il 70esimo anniversario della posa della prima pietra della chiesa da parte di monsignor Maturino Blanchet, l’anniversario di ordinazione diaconale di Roberto Cerise, dell’appartenenza di Cristina Bianco all’Ordo Virginum, dell’accolitato di Franco Marchesini. Ad animare i canti della Messa la corale parrocchiale diretta da Alessandro Rota. «Celebriamo l’Immacolata alla vigilia di un Anno Santo dedicato alla speranza, la forza che abita il cuore di tutti gli uomini e li fa andare avanti nell’attesa che si compia il bene desiderato. - ha detto monsignor Franco Lovignana nell’omelia - Lo Spirito Santo, fin dal giorno del battesimo, la assume e la potenzia facendola diventare virtù teologale, cioè potenza divina piantata nell’animo umano, potenza che permette a ogni cristiano di guardare in alto, verso Dio, e di essere attratto verso la salvezza che Cristo ci fa pregustare, ma che avrà pieno compimento in Cielo. In questo cammino Maria, piena di grazia, Madre dolorosa, assunta in Cielo, brilla come una stella, “segno di sicura speranza e consolazione”. La speranza cristiana è davvero come dice la Scrittura: ancora sicura e salda per la nostra vita che entra fino al di là del velo del santuario, dove Gesù è entrato come precursore per noi. Non possiamo leggere il vangelo di oggi senza richiamare le pagine di Maria alla ricerca di Gesù perduto, di Maria preoccupata che cerca invano di riportare a casa il Figlio e, soprattutto, di Maria ai piedi della croce. Qui, partecipe della sofferenza del Figlio, ma anche del suo amore e della dilatazione del suo cuore che accoglie l’umanità intera, Maria diventa Madre di tutti gli uomini, Madre di speranza. La catena dell’ancora, che tira su per noi come già per Maria è la Parola di Dio. E’ questa la catena dell’ancora alla quale aggrapparci per rimanere legati a Gesù e lasciarci attirare da lui. E questo santuario, che sarà una delle chiese giubilari della Diocesi, sia casa in cui ci rifugiamo per confidare alla Madre preoccupazioni, dolori e attese, rigenerati alla speranza e rilanciati sulla strada della fede e della carità, per ritrovare sempre e di nuovo la gioia di vivere».
Il Vescovo di Aosta ha poi concluso l’omelia leggendo una bella preghiera di monsignor Maturino Blanchet, ricordato nel 50esimo anniversario della morte. La preghiera dei fedeli è stata per la Chiesa, i potenti della Terra, l’umanità, i presenti, i defunti, per Roberto Cerise, Cristina Bianco, Franco Marchesini nel giorno dei loro anniversari. Il canto finale «Je te salue» ha concluso la celebrazione della Messa.