Escavatori al lavoro in piazza Arco d’Augusto per il contestato rifacimento di Maison Nouchy
E’ arrivata la grande mano di un escavatore ed ha iniziato a demolire, proprio davanti all’Arco di Augusto. Da alcuni giorni i vecchi fabbricati bassi che ospitavano le piccole officine della nostra infanzia e di chi ci ha preceduto sono diventate macerie in attesa che acciaio, cingoli e motore facciano altrettanto con la Maison Nouchy, cancellando praticamente l’angolo nord occidentale della piazza.
Una demolizione autorizzata dal Comune di Aosta ed accompagnata da un’ondata di critiche, con la Maison Nouchy che verrà sostituita da un moderno condominio a cinque piani, il cui progetto - redatto dallo Studio Copaco - è stato bocciato tre volte dalla Commissione edilizia comunale. Bocciature non sufficienti per l’amministrazione cittadina che ha poi rilasciato la concessione edilizia considerato come la casa ottocentesca dei Nouchy non fosse un edificio tutelato dalla Soprintendenza regionale per i Beni culturali. Un atto dovuto quindi che però ha portato molti ad interrogarsi sul perché la stessa Soprintendenza non abbia messo sotto tutela l’intera piazza, luogo simbolo dell’accesso di Aosta e contorno all’arco di trionfo romano attualmente in restauro.
Il paradosso è che invece l’edificio più basso, che affianca la Maison Nouchy, è tutelato e quindi non potrà essere demolito, tanto che lo Studio Copaco ha studiato una particolare progettazione di questo spazio, che ha la facciata su piazza dell’Arco d’Augusto ma si protende lungo via Sant’Anselmo. Due pesi e due misure direbbe qualcuno, anche perché è piuttosto difficile il confine tra la necessità di preservare il caseggiato più basso e non quello più alto, sono i misteri della nostra Soprintendenza regionale per i Beni culturali.
L’operazione - iniziata nel 2013 con l’acquisizione degli immobili - si sta pertanto concretizzando a cura della società proprietaria, denominata - tanto per restare in tema - L’Arco di Augusto. Invece di provare a recuperare la Maison Nouchy, mantenendone almeno la facciata, così da non alterare gli equilibri sulla piazza, come sono da almeno duecento anni, i proprietari grazie al cosidetto “piano casa” potranno ampliare le superfici esistenti, alzando il volume del fabbricato e creando nel sottosuolo delle autorimesse.
L’inizio dei lavori e la presenza di un escavatore piuttosto ingombrante in uno spazio ristretto ha rischiato nei giorni scorsi di causare dei danni al confinante edificio che ospita il noto Ristorante Bataclan, di proprietà del Capitolo della collegiata di Sant’Orso, che fortunatamente rimarrà con il suo caratteristico basso volume a ricordare le officine che ospitavano i meccanici per le biciclette e le moto. Vibrazioni e spinte hanno tuttavia lesionato la facciata e parte dell’intonaco si è staccata cadendo sulla via, opportunamente transennata.
Qualcuno ha pensato che fosse l’opera “resistente” delle sorelle Nouchy, donne simbolo della lotta valdostana contro il regime fascista, partigiane ed indipendentiste, che nella casa nacquero e vissero con la parentesi negli anni Trenta del confino nel salernitano di Philomène e Marie per ragioni aberranti (in casa parlavano francese…) e negli anni Quaranta di Marie - la seconda donna valdostana a laurearsi in giurisprudenza - esiliata in Francia per vent’anni a causa del sostegno offerto alla causa annessionista.