Ci sono avanzi e avanzi

Gli avanzi, gli scarti non sono più ciò che si pensava una volta, qualcosa di cui sbarazzarsi e basta, esistono ormai società di riciclo che sugli scarti hanno fatto una fortuna, la loro e anche quella del pianeta. E quindi in quest’ottica reinterpretativa del linguaggio ci soffermiamo a riflettere sul concetto di avanzo.

La vecchia scuola però, quella del buon senso, continua a suggerire che se ciò che avanza sono i soldi e chi li avanza è un’amministrazione, allora il senso da dare alla parola sia negativo. Non mi viene l’applauso verso un’amministrazione che ha speso meno soldi di quelli che aveva da investire. In primo luogo perchè i soldi li abbiamo dati noi con le tasse e allora forse sono le tasse stesse ad essere state sovrastimate. In secondo luogo poiché l’indice negativo lo metto sulla gestione, sulla progettazione e sulla conduzione della macchina pubblica, che non ha saputo spendere ciò che aveva raccolto. Eppure un qualsiasi valdostano fermato per strada potrebbe elencare almeno una decina di esigenze non realizzate nella propria città o nel proprio paese. Terzo e non ultimo, è lo sconforto di vedere che chi avanza non se ne faccia un cruccio, non apra una consultazione popolare volta a proporre progetti per spendere con il prossimo bilancio, tanto da non valutare l’avanzo come un problema.

Il momento della redazione del bilancio è un politicamente alto, che definisce chi lo crea, in base al dialogo che sa generare ed alla lungimiranza progettuale che sa avere.

In Valle d’Aosta chiediamo riforme strutturali sui trasporti, verso l’esterno e anche l’interno, sulla sanità, sui servizi sociali e sull’accoglienza turistica. Non mancano i temi su cui i residenti dibattono e propongono soluzioni. Sarebbe bastato ascoltare, caso mai fossero mancate le idee.

I milioni gli euro di avanzo del bilancio 2024 sono numeri importanti che la politica valdostana avrebbe potuto usare in svariati modi, tanti e diversi, l’unico non ammesso è appunto questo: avanzarli.