“Siamo invitati a lasciarci incontrare da Gesù” Messa del Vescovo alla Casa di riposo J.B. Festaz
Sabato scorso, 30 novembre, il vescovo di Aosta monsignor Franco Lovignana ha presieduto la Messa concelebrata nella chiesa della Casa di riposo J.B. Festaz con il cappellano don Leonard Bizimungu, in occasione della festa patronale di Sant’Andrea. La Schola Cantorum della Cattedrale, diretta da Nella Sergi con all’organo Paola Burgay, ha animato la liturgia. Dopo il canto d’ingresso “Il cielo narra la tua gloria”, il Vescovo ha salutato l’assemblea dicendo: «Benvenuti alla festa di Sant’Andrea che è un’occasione bella per pregare insieme, in modo particolare per tutti gli ospiti di questa casa, per chi opera in questa struttura e per chi si trova in una situazione di salute molto difficile. Ricordiamo chi dirige e si occupa dell’organizzazione generale di questo servizio e di quanti vengono a visitare gli ospiti. Grazie anche ai cantori della Cattedrale che ci aiutano in questa preghiera e agli scout».
«Fermiamoci un attimo sulla scena del vangelo che abbiamo appena ascoltato. - ha poi detto monsignor Franco Lovignana nell’omelia - Che cosa succede? Succede un incontro. Gesù passa, vede si ferma e chiama Andrea, Simon Pietro, Simone e poi Giacomo, Giovanni e parla con queste persone. Questa scena non è confinata in quell’istante perché tutto il racconto del vangelo ci mostra questo continuo camminare di Gesù in mezzo alle persone. Questo suo sguardo che si posa su di loro, parla, chiama, guarisce, libera le persone sul suo cammino. Questa scena del vangelo di oggi non è solo quella della chiamata dei primi apostoli, perché Gesù continua a passare, a vedere, continua anche oggi a fermarsi accanto a noi. E quindi noi siamo invitati a lasciarci incontrare da Gesù perché celebrare l’Eucarestia, fare memoria della Pasqua del Signore Gesù vuol dire accogliere la sua presenza. Ognuno di noi per il Signore non è uno dei tanti, ma è una persona di cui si prende cura. E questo vale per il nostro lavoro, per la situazione in cui ci veniamo a trovare, vale per la sofferenza perché è qualcosa che il Signore assume su di sé e porta assieme a noi. Quando noi pensiamo al Signore che era figlio di Dio e si è fatto uomo per condividere in tutto, eccetto il peccato, la nostra vita, ha affrontato tutte le situazioni di fatica, rifiuto, delusione, tradimento fino a essere, lui innocente, condannato alla morte di croce per la nostra salvezza. Questo vuol dire che ogni situazione della nostra vita è importante e con lui, la sua presenza, la sua grazia noi possiamo affrontarla e viverla fino in fondo. Nessuno di noi è abbandonato, il Signore accompagna la nostra vita. Certo, noi possiamo alcune volte avere l’impressione che il Signore sia assente e noi siamo rimasti da soli, è come ci fosse una tenda, una cortina che copre la sua presenza. Ecco, la fede, la preghiera, l’Eucarestia che stiamo celebrando è sollevare questo velo. Nessuno è lasciato solo dal Signore».
Dopo l’omelia i fedeli hanno pregato per la Chiesa, i vescovi, i discepoli del vangelo, gli uomini e le donne del nostro tempo, la nostra comunità. La benedizione finale e il canto Laudate Mariam hanno concluso la celebrazione eucaristica.