Una tavola rotonda dell’Union Valdôtaine sull’equilibrio tra sport invernali e natura

Una tavola rotonda dell’Union Valdôtaine sull’equilibrio tra sport invernali e natura
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La conferenza “Le ski et la nature: une cohabitation gagnante”, tenutasi venerdì scorso, 29 novembre, ad Arvier, ha dato il via a una serie di eventi tematici organizzati dall’Union Valdôtaine, con l’obiettivo di stimolare un dibattito sul futuro del turismo e delle attività montane, ponendo al centro il delicato equilibrio tra sport invernali e natura. L’incontro ha visto la partecipazione di oltre cento spettatori, offrendo un’occasione di confronto sui temi cruciali per il futuro della Valle d’Aosta.

«Il ruolo centrale dell’UV»

Joël Farcoz, presidente dell’Union Valdôtaine, ha aperto la serata sottolineando il ruolo centrale dell’Union nel garantire il benessere della comunità valdostana. Joël Farcoz ha ricordato che, fin dalla nascita del movimento, l’Union ha sempre operato per promuovere unioni solide tra tutte le forze locali, affinché il territorio e le sue risorse possano essere valorizzati nel rispetto della nostra identità. «Siamo qui oggi, come rappresentanti della montagna, grazie a chi ha lottato fin dall’inizio per il benessere della nostra terra e della nostra gente. - ha dichiarato Joël Farcoz - L’Union Valdôtaine ha sempre creduto nell’importanza di unire i valdostani, perché il nostro sviluppo dipende dalla forza della comunità e dalla gestione consapevole delle nostre risorse. È questo lo spirito che ci ha guidato e che continuerà a orientare il nostro impegno per il futuro della Valle d’Aosta».

Il binomio tra sci e natura

Al centro dell’incontro è stato il binomio fondamentale tra sci e natura, con un’analisi di come i due mondi possano convivere in modo sostenibile. Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari, ha parlato dei rischi che i cambiamenti climatici rappresentano per il settore degli impianti sciistici, ma anche delle azioni che il sistema italiano ha messo in atto per supportare le comunità montane. A completare il quadro delle difficoltà ambientali Jean Pierre Fosson, segretario generale della Fondazione Montagna Sicura, ha affrontato il tema della sicurezza nelle montagne, sempre più messa a rischio dagli eventi climatici estremi.

«Fondamentali i maestri di sci«

Nel contesto di un turismo sempre più integrato con la comunità locale, Giuseppe Cuc, presidente dell’Associazione Maestri di Sci della Valle d’Aosta, ha ricordato come la professione di maestro di sci vada oltre l’aspetto sportivo, ma costituisca un elemento fondamentale del tessuto sociale valdostano. «I maestri di sci sono un pilastro per la nostra comunità, portando ogni anno migliaia di giovani sulle montagne, educandoli all’amore per la montagna e per la natura», ha detto Giuseppe Cuc, evidenziando l’importanza di trasmettere i valori della montagna alle nuove generazioni.

Anche lo scialpinismo, che sta conoscendo una crescente popolarità, è stato al centro della discussione. Roger Bovard, del Comitato d’Organizzazione del Tour du Rutor, ha messo in luce come questo sport stia evolvendo in una direzione più consapevole della natura. «Lo scialpinismo sta diventando sempre più un’attività che valorizza la conoscenza delle nostre valli, al di là della competizione», ha evidenziato Roger Bovard, mostrando come l’approccio più lento e consapevole possa essere una risposta alle sfide del turismo competitivo.

«Impianti a fune, risorsa strategica»

Un altro aspetto fondamentale della serata è stato l’impegno degli impianti a fune, che rappresentano una risorsa strategica per l’economia valdostana. Ferruccio Fournier, presidente dell’Associazione Valdostana Impianti a Fune, ha sostenuto l’importanza di rendere il settore più accessibile agli abitanti, con iniziative come la riduzione del 50 per cento del costo dello skipass per i valdostani. «Gli impianti sono una risorsa strategica per la nostra economia, e la recente iniziativa di ridurre del 50 per cento il costo dello skipass per i valdostani è un passo importante per riavvicinare la comunità locale agli impianti», ha affermato Ferruccio Fournier.

Un piano di sviluppo per il settore turistico

L’importanza di un piano di sviluppo per il settore turistico è stata ribadita anche da Luigi Bertschy, vicepresidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico, che ha parlato della necessità di un piano solido per mantenere la competitività del comprensorio valdostano con altre regioni alpine. «La politica regionale deve garantire che gli impianti sciistici rimangano un motore economico essenziale per la montagna», ha sottolineato Luigi Bertschy, evidenziando come la regione debba saper coniugare tradizione e innovazione.

La discussione ha incluso anche il futuro del turismo, con un focus sulle nuove tendenze che si sono sviluppate dopo la pandemia. L’assessore regionale al Turismo Giulio Grosjacques ha parlato dell’arrivo di nuovi flussi turistici, come quelli provenienti da Stati Uniti e paesi nordici, e delle opportunità che questi comportano per la Valle d’Aosta.

Sostenibilità e innovazione

L’importanza della sostenibilità e dell’innovazione nelle infrastrutture turistiche è stata messa in risalto da Federica Bieller, presidente di Skyway Monte Bianco. «Ogni elemento del nostro panorama turistico e impiantistico contribuisce a rafforzare l’immagine della Valle d’Aosta. La Skyway, ad esempio, ha raggiunto il traguardo di ridurre le emissioni a zero, dimostrando che ambiente e infrastrutture possono convivere in armonia», ha dichiarato Federica Bieller, sottolineando come la tecnologia possa essere al servizio della sostenibilità. Il presidente dell’Adava Luigi Fosson ha fatto eco ai pensieri di Federica Bieller, mettendo in risalto il lavoro svolto dall’associazione degli albergatori per migliorare la conoscenza del territorio da parte dei lavoratori, stagionali e non, che contribuiscono all’economia valdostana. «Non bisogna frammentarsi in settori, ma dobbiamo tutti essere un pezzettino della Valle d’Aosta», ha dichiara Luigi Fosson, evidenziando la necessità di unire tutti i settori economici per una visione comune. Ezio Marlier, presidente dell’Unione Valdostana delle Guide di Alta Montagna, ha sottolineato l’importanza di una normativa che tuteli le professionalità, come quella delle guide di alta montagna, garantendo la compatibilità tra la montagna e le attività economiche. Ettore Personnettaz, responsabile di SkiAlp Grand-Saint-Bernard, ha parlato della necessità di promuovere un modello di turismo che unisca le diverse aree montane, rispettando al contempo la biodiversità e l’ambiente naturale.

Una cultura da difendere

A livello europeo, Luciano Caveri, assessore agli Affari Europei, Innovazione, PNRR e Politiche Nazionali per la Montagna, ha ricordato come sviluppo e natura debbano essere tenuti assieme nel solco della cultura montana tramandataci. «Emile Chanoux ci ha insegnato che non si può pensare alla montagna senza tenere conto di chi la vive. La natura e l’uomo devono convivere per poter mantenere l’equilibrio che ci consente di prosperare. - ha sottolineato Luciano Caveri - La Valle d’Aosta deve essere promotrice di un’unità tra le 48 regioni della macroregione alpina, per arrivare a una visione comune su questi temi».

Concludendo la serata, Aurelio Marguerettaz, capogruppo dell’Union Valdôtaine, ha affermato che è «Emersa una Valle d’Aosta plurale», con l’Union Valdôtaine che intende «Dare rappresentanza a tutti», opponendosi a «Certi soggetti politici che, da un punto di vista speculativo, sposano soluzioni insostenibili».

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