Inaugurata a Sondrio la mostra diffusa di Donato Savin, un innovativo progetto
Da sabato scorso a Sondrio le opere di Donato Savin, riunite nella mostra “Stele” sono collocate nella sede del Museo Valtellinese e in altri luoghi del centro cittadino, creando rimandi e curiosità per una visita in un contesto di ampio fermento culturale visto che la città è interessata dalle manifestazioni del “Sondrio Festival”, la mostra internazionale sui parchi naturali, la più importante a livello internazionale, con richiamo di ospiti e spettatori da molti Paesi, anche oltreoceano.
L’inaugurazione della rassegna dedicata all’artista di Cogne è stata inserita nella cerimonia di presentazione del festival a Palazzo Pretorio. All’evento sono intervenuti tra gli altri il sindaco Marco Scaramellini e l’assessore alla Cultura Marcella Fratta ed una particolare attenzione durante la cerimonia è stata dedicata alla presentazione della mostra diffusa di Donato Savin, a cura di Aldo Audisio, che unisce Teatro Sociale, Palazzo Pretorio, Castello Masegra e il Museo Valtellinese di Storia Arte dove sono presentate più di 20 opere, molte di grandi dimensioni. La cerimonia è proseguita proprio al Museo Valtellinese con la visita del nucleo principale dell’esposizione. Aldo Audisio ha ricordato la sua presenza a Sondrio per presentare annualmente progetti di rilievo all’interno del “Sondrio Festival” ed ha annotato che «Savin, ormai scultore noto, è tra i più apprezzati artisti valdostani, un montanaro contemporaneo che interpreta e rivisita le rocce delle sue terre con molti tipi di realizzazioni, in particolare con le sue Stele a cui la mostra è dedicata».
Nel cortile del Museo Valtellinese, dove è allestita la mostra, Donato Savin si è a lungo intrattenuto con il sindaco Scaramellini e con l’assessore Fratta - vera sostenitrice della realizzazione della mostra - e con i numerosi partecipanti a cui ha illustrato il suo lavoro che nasce da uno stretto rapporto con la natura. L’evento di Sondrio non è difatti solo un momento di presentazione dell’opera di un artista - come se ne vedono ormai tanti, di diversa importanza e valore - ma piuttosto rappresenta un lavoro che non si astrae da uno stretto rapporto con l’ambiente e le montagne e ne diventa parte.
Nel Foyer del Teatro Sociale, a completamento dell’iniziativa, è ancora Donato Savin protagonista. Qui vengono presentate alcune delle nuove opere dell’artista di Epinel, i “Cavalieri delle nevi”, come li ha voluti chiamare il curatore Aldo Audisio, scolpiti in rocce di diversa tipologia e colore, con un inatteso confronto materico, di grande bellezza.