Ispettorato del Lavoro di Aosta senza personale I controlli quando le ditte sono già chiuse

Ispettorato del Lavoro di Aosta senza personale I controlli quando le ditte sono già chiuse
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Nulla è cambiato da inizio anno da quando la sede regionale dell’Ispettorato del Lavoro di Aosta è stata accorpata a quella dell’area di Torino. Solo 2 ispettori amministrativi prestano regolarmente la loro opera nella nostra regione mentre quelli tecnici che devono controllare il rispetto delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro hanno come zona di competenza anche l’intera provincia di Torino

In media non meno di un anno trascorre tra una eventuale segnalazione e la verifica da parte dell’Ispettorato sulla regolarità contrattuale e sul rispetto delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro in Valle d’Aosta. Una situazione che favorisce l’irregolarità contributiva, retributiva e soprattutto l’insicurezza sui luoghi di lavoro dovuta alla carenza di controlli.

«La situazione è grave. - sottolinea Roberto Billotti del sindacato Fillea Cgil Valle d’Aosta - Se la situazione è lievemente migliorata per quanto riguarda i controlli amministrativi con l’ingresso in servizio di una funzionaria, la carenza di quelli tecnici è totale. A oggi non esiste una figura tecnica che abbia come ambito operativo solo la Valle d’Aosta. L’ispettore che dovrebbe controllare il rispetto delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro ha come ambito operativo non solo la nostra regione ma anche una parte dell’alto Piemonte».

Controlli assenti che di fatto incidono sulla sicurezza e che sono una delle cause dell’aumento degli incidenti che si registrano in tutta Italia, Valle d’Aosta compresa.

«È capitato in più occasioni che l’ispettore tecnico non abbia potuto effettuare il controllo perché al momento del sopralluogo la ditta ormai aveva chiuso. - continua Roberto Billotti - È una situazione ricorrente soprattutto nel settore dell’edilizia, dove il boom registrato negli scorsi mesi per effetto del bonus 110% ha visto la nascita di molte ditte che poi rapidamente hanno chiuso».

Il settore edile sembra quello dove vi è meno rispetto delle norme di sicurezze e quindi più bisognoso di attenzioni da parte degli ispettori.

«Avere più controlli è indispensabile ma ciò che bisogna sviluppare è la cultura della sicurezza. - prosegue Roberto Billotti - Con la quasi certezza di non subire mai controlli alcuni imprenditori sfruttano questa situazione a discapito della sicurezza dei lavoratori».

Di fatto alcuni impresari del settore edile riducono i costi incidendo sulle misure di sicurezza - meno dotazioni e dispositivi personali, nei casi più gravi utilizzando ponteggi non totalmente a norma - nella convinzione che con il tempo avranno un maggiore guadagno anche se subissero un controllo e una contravvenzione. E a farne le spese sono i lavoratori.

«Nelle imprese piccole poi c’è spesso una situazione ricattatoria che colpisce i lavoratori più fragili. - aggiunge il sindacalista - Molti manovali proveniente da paesi extra UE hanno bisogno del contratto di lavoro per rinnovare il permesso di soggiorno. Abbiamo registrato casi in cui alla richiesta di maggiore sicurezza sul cantiere il titolare dell’azienda abbia minacciato il licenziamento. Circostanza questa che avrebbe messo a rischio la permanenza in Italia del manovale straniero».

Anche il turismo è un settore «attenzionato» dal sindacato, con alcune differenze. In questo caso il problema riguarda soprattutto l’evasione contributiva. Alcuni lavoratori sono inquadrati come prestatori d’opera part time, in realtà svolgono attività full time.

«Difficilmente le aziende alberghiere o della ristorazione hanno personale totalmente in nero, ma spesso dichiarano meno ore di lavoro di quelle realmente svolte. - conclude Roberto Billotti - Questo tipo di irregolarità può essere rilevato anche dal personale della Guardia di Finanza. Maggiori controlli andrebbero indirizzati verso le cucine in cui spesso mancano misure di sicurezza per i cuochi o il personale che esegue le pulizie, che spesso usa prodotti potenzialmente tossici senza guanti o mascherine».

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