Il riscaldamento dell’ospedale regionale arriverà dal torrente che passa sotto il «Parini»
La città di Aosta galleggia sull’acqua e finalmente si è deciso di sfruttare questa grande ricchezza attraverso le nuove tecnologie. Se la Regione (vedi articolo a destra) ha nei giorni scorsi deliberato di indagare su zone come quelle di Montfleury e della Grand Place di Pollein dove sino a pochi anni orsono esistevano “les iles” cioè vaste zone di esondazione della Dora Baltea, ben diversa è la recente scoperta di un’importante falda acquifera che attraversa la città da nord a sud.
A circa una ventina di metri di profondità un vero e proprio torrente passa sotto l’attuale presidio ospedaliero e le vie Saint-Martin de Corléans, Abbé Amé Gorret e Tourneuve. Una volta individuata questa falda, vista la sua posizione - si trova praticamente a fianco al padiglione delle analisi dell’Ospedale regionale - con una determinazione quanto mai opportuna l’Usl della Valle d’Aosta ha valutato di sfruttarne la ricchezza per produrre energia. La temperatura media dell’acqua infatti si aggira sui 12 gradi ed è stabile, tanto che potrà essere adoperata per il riscaldamento e il raffrescamento dell’intero complesso ospedaliero attuale e di quello che verrà costruito nei prossimi anni tra viale Ginevra e via Guedoz.
La centrale che ospiterà le pompe di calore per sfruttare l’acqua di falda come accumulatore termico naturale dovrebbe essere realizzata dove si trova attualmente il deposito dei rifiuti (che verrebbe spostato verso ovest) con ingresso quindi da corso Saint-Martin de Corléans. Da quanto è trapelato si tratterebbe di una struttura costruita interamente sotto terra, con diversi livelli, accessibile pure ai veicoli così da garantire le manutenzioni.
Con l’estrazione dell’acqua di falda l’Usl potrà quindi utilizzare l'energia termica per contribuire a riscaldare in inverno ed a raffrescare in estate tutti gli attuali edifici del complesso ospedaliero e quelli futuri con un sostanzioso risparmio degli attuali costi, già ridotti 20 anni fa grazie all’installazione di un impianto di cogenerazione all’epoca all’avanguardia, che produce pure parte dell’energia elettrica utilizzata dall’ospedale.