Il teatro come strumento per far riflettere attraverso una risata Si è spento a 75 anni Giorgio Celesia, pilastro de Lo Charaban
«La cosa più difficile è far ridere e insieme riflettere». Lo diceva sempre Giorgio Celesia, uno degli attori storici dello Charaban. Per questo il personaggio a cui era più affezionato - dell’infinita carrellata di “maschere” che ha regalato al pubblico in 50 anni di carriera - era il marito che attraversa mille tribolazioni della pièce “L'amour perdoune tot” scritta da Rosa Glarey, che strappava molte più lacrime che sorrisi. Mentre sta per alzarsi il sipario sulla 54esima edizione dello Charaban, nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi è calato silenziosamente quello sulla sua vita, lunga 75 anni. Una folla commossa gli ha portato un ultimo saluto nel corso dei toccanti funerali celebrati nel pomeriggio di ieri, venerdì 15, a Pollein, con i suoi amici dello Charaban, del Gruppo Alpini e della Polisportiva e il Coro Sant’Orso che ha intonato “Signore delle cime” e “Montagnes Valdôtaines”.
Era nato il 10 settembre 1949 da papà Marcello e mamma Ines Saluard: una famiglia che viveva di agricoltura. La sua infanzia è trascorsa tra la montagna e gli animali, con le estati all’alpeggio Peradzà, nel vallone dell’Urthier, a Cogne. Dopo il servizio militare, la vita prese una strada professionale del tutto diversa: è stato per qualche tempo apprendista all’elettrauto Carnelli in corso Ivrea, ad Aosta, prima di aprire la sua officina al Pont-Suaz, che ha condotto per alcuni anni. Spirito intraprendente e dinamico, insieme al fratello Attilio e al cugino Italo gestì poi per una decina di anni il bar, ristorante e albergo all’Autoporto di Pollein, con il locale sempre aperto per i numerosissimi autisti e camionisti che si fermavano a ogni ora del giorno e della notte. Intanto nel 1972 si era sposato con Corinna Pieiller di Fénis da cui ha avuto tre figli: Jean-Pierre nel 1975, Fabiano nel 1978 e Michel nel 1979, quest’ultimo attuale direttore artistico dello Charaban. Aprì poi un’attività di distribuzione di bevande e bibite, la ditta “Celesia e Pieiller”, che ha gestito fino alla pensione.
Uomo dal carattere forte, che amava divertirsi ma non mancava mai di dire chiaro e tondo quello che pensava, è stato attivissimo nella vita sociale di Pollein: dalla Polisportiva (di cui fu anche presidente) ai Vigili del Fuoco, dagli alpini al carnevale fino all’organizzazione del presepe vivente. Nel 1995 l’Amministrazione comunale - di cui ha fatto parte come consigliere per una legislatura dal 1975 al 1980 - chiese proprio a Giorgio Celesia di creare un nuovo gruppo teatrale per celebrare il patois al Concours Cerlogne organizzato quell’anno a Pollein: nacque così la compagnia di ragazzi “Le Beurt é Boun”, che ha seguito finché i giovani attori non sono stati in grado di “camminare con le loro gambe”.
Lo Charaban e la recitazione hanno costituito una parte importantissima della sua vita: era ancora impegnato nel servizio militare quando si faceva firmare i permessi per poter rientrare in caserma più tardi, al termine degli spettacoli e delle prove. Gli piaceva sentire le emozioni del pubblico, suscitare quella risata di gusto che però non si esauriva mai in se stessa ma suscitava un pensiero, una riflessione. L’ex presidente della Regione e già assessore alla Cultura Laurent Viérin lo ricorda così: «La Vallée d’Aoste et le monde du théâtre populaire en Patois valdôtain perd aujourd’hui un personnage qui a travaillé et lutté durant toute sa vie pour notre langue du cœur. Giorgio Celesia, interprète d’un bout d’histoire du Charaban, la compagnie de théâtre en Patois de notre Vallée. Un souvenir très important me lie à Giorgio durant les années où j’étais à la tête de l’Assessorat à l’éducation et à la culture de la Région autonome Vallée d’Aoste. Son ironie, ses boutades mais aussi ses rappels aux idéaux et principes valdôtains ont représenté pour moi des enseignements très importants. Merci Giorgio, merci pe tôt cenque t’a fë pe lo téatro et pe noutro dzen Patouè. Fë bon voyadzo… et salua Lauro et le s-ami di Patouè. Voue, avoui te, eun toque bien eumportan di teatro populéro Valdotèn s’en vat».
Giorgio Celesia lascia la moglie Corinna, i figli Jean-Pierre, Fabiano e Michel, gli amati nipoti Philippe, Rhémy, Maurice, André ed Elodie, il fratello Attilio e la sorella Ernesta.