Malessere
Il nuovo indice di benessere, misurato anche dall’Istat, per il cittadino Italiano non è dato più soltanto dal rapporto tra servizi e reddito, ma ad oggi ha un nuovo indicatore importante che è quello del territorio, inteso come rapporto con la natura, vivibilità, distanza dal luogo di lavoro e molti altri fattori che in effetti possono influire sulla sua vita.
Anche la percezione della sicurezza è diventata un fattore, stando fermi ovviamente alla qualità dei servizi e delle relazioni sociali.
Per questo motivo città di media grandezza salgono in classifica rispetto alle grandi - Firenze, Torino, Genova - venendo percepite con un migliore impatto sulla qualità della vita, nonostante Milano seguita più sotto da Roma, conservino il loro primato per ricchezza e servizi.
Al sud è tutto più complesso e ancora arretrato, come negli anni passati, soprattutto sui temi dei servizi offerti al cittadino.
È da noi? Se Napoli si piazza in fondo alla classifica per senso di sicurezza, Aosta non può vantare primati, nonostante sulla carta sembri avere quelle caratteristiche che gli indicatori ricercano.
Come mai? O il grado di insoddisfazione è molto più alto che in altre città a causa di fattori endogeni o qualcosa manca ancora; di sicuro sono presenti temi come “energia da fonti rinnovabili” oppure “importo medio pro capite delle pensioni”.
Quindi mentre i sociologi e gli psicologi soprattutto dovrebbero interrogarsi sui fattori territoriali che influiscono sull’umore e sulla percezione di soddisfazione nei confronti della vita, ai nostri politici non resta che lavorare su tutto ciò che è migliorabile (infrastrutture, sanità, accoglienza turistica) per risollevare questi valdostani tristi che non sembrano mai vedere la luce.
È’ ormai provato scientificamente che il rischio di ammalarsi di patologie come la depressione dipenda anche dalle condizioni ambientali e in particolare dalle condizioni “percepite”.
Alcuni scienziati prospettano infatti che nel 2030 la depressione sarà la seconda causa di disabilità nel mondo e la prima nei paesi industrializzati.
L’unica via, ancora una volta, è la prevenzione ed è compito di tutti far parte del processo di crescita e di miglioramento socio-ambientale perchè questo avvenga.