«Ringrazio i medici e gli infermieri che si sono presi cura di mia madre»
Come non ricordarsi di quando chiamavamo Angeli i medici e tutte le figure professionali degli ospedali nel lungo periodo Covid. Quanti di loro sono morti contagiati da un virus sconosciuto ma che, sino all’ultimo, hanno cercato disperatamente di salvare più vite possibili.
Il servizio sanitario nazionale è in crisi e non è difficile l’analisi del perché, ma questa lettera non ha lo scopo di affrontare, da semplice cittadina il problema, bensì quello di applaudire e ringraziare tutti i sanitari e tutte le figure professionali conosciuti durante le settimane di ricovero di mia mamma poiché ho constatato professionalità, gentilezza e coccole… sì anche quelle perché un anziano ne ha bisogno.
Mamma non c’è più, ed è tanta la sofferenza che proviamo in famiglia, ma so di per certo che tutti si sono prodigati per salvarla, purtroppo il destino è stato avverso e la mia mamma, Anita Gambaretto, non è più tra noi.
Mamma, nella sua vita lunga vita, ha vissuto anche un momento drammatico all’età di 15 anni poiché, a causa del rastrellamento per rappresaglia nazifascista, fu messa al muro con altri abitanti della frazione Chabloz di Saint- Christophe, ma a pochi attimi dalla fucilazione arrivò l’ordine di non sparare ma di portare tutti nelle carceri di Aosta dove assistettero al pestaggio e uccisione di un loro paesano. Durante la prigionia, gli adulti decisero che se fossero vissuti avrebbero eretto una cappellina votiva, così fu e si trova nel punto in cui furono posizionate le mitragliatrici
Altre avversità di salute non hanno piegato mamma, e, nonostante la veneranda età di 94 anni, aveva mantenuto la battuta spiritosa e pronta per ogni occasione tant’è che, anche in quest’ultimo ricovero, ha fatto ridere, sì ridere, coloro che si sono prodigati per lei.
Ringrazio quindi tutto il personale del Pronto Soccorso, dei reparti di Geriatria e Vascolare e degli operatori delle ambulanze. Grazie Angeli.