Dodici grandi sculture di Guido Diémoz esposte nella Sala consigliare di Sordevolo
Nuovo impegno espositivo per l'artista della memoria agricola-pastorale della Valle d'Aosta Guido Diémoz di Doues. Dopo il successo riscontrato al Salone del Libro della Montagna di Passy, in Francia, nello scorso mese di agosto, domani, domenica 10 novembre, alle 11, nella Sala consigliare di Sordevolo, in provincia di Biella, Comune montano conosciuto per la rappresentazione della “Passione di Cristo”, lo scultore pluripremiato alla Fiera di Sant'Orso presenterà la mostra “Il Legno dell'anima”. Dodici grandi sculture dedicate alla cultura materiale della montagna: cinque opere di carattere religioso, “La Natività”, “Presepe” “Il Ringraziamento”, “L'Attesa”, “La Benedizione della casa”, mentre le altre sette sono dedicate agli antichi mestieri e alla vita di villaggio, “La latteria”, “Il Magazzino delle Fontine”, “Gli Stagnini”, “La Pulizia del Ru di Mont”. “Il Battitore di Falce”, “Il Portatore di Fieno”, “Braccio di Ferro”. Molte di queste sculture fanno parte delle opere monumentali presentate dall'artista alle anteprime della Fiera di Sant'Orso. Infatti in questi ultimi dieci anni Diémoz ha prodotto ogni anno un'importante opera tematica per immortalare le tradizioni della vita alpina e la sua storia millenaria: L’Arbre du Maire, L’Enchère, La Tzarbonniëre, Lo Secret, Ma Fëta di Couscrì, tutte grandi sculture dedicate alle tradizioni e ai mestieri della nostra terra, per citarne alcune.
Guido Diémoz si è dedicato alla scultura in piena maturità, dopo varie esperienze lavorative gestendo per oltre vent'anni, con sua moglie, Elvira Barmette, il ristorante tipico valdostano, Lo Bon Megnadzo di Doues, oggi trasformato in una splendida casa vacanze.
Artista autodidatta, la sua scultura trae origine dal vissuto popolare della sua terra alpina, orgoglioso delle sua cultura contadina, la sua produzione artistica è profondamente legata all'espressionismo scultoreo di scuola figurativa e affonda le sue radici interpretative nel mondo contadino valdostano che ha vissuto in prima persona ed ancora oggi, l'artista, è profondamente legato ai lavori agricoli e pastorali della sua terra natia.
I legni secolari utilizzati da Diémoz per le sue opere sono rappresentazioni della storia di un tempo non troppo lontano in cui la vita in montagna era sinonimo di fatica, sopravvivenza alimentare. Tutte le sue opere sono scolpite a tutto tondo nel noce centenario, continuamente ricercato dall'artista in tutto il territorio valdostano.
Scrive dell'artista il critico d'arte Paolo Levi: «Guido Diémoz, con tutto il rispetto dovuto alla professione di artigiano, è un poeta del legno... e le sue magiche realizzazioni rilevano quindi che l'apporto tecnico è secondario, se pur indispensabile a predisporre i suoi costrutti. Primaria è invece l'anima rivelata dal silenzioso protagonista sortito dallo sbozzo del legno. L'artista e i suoi personaggi sono accumunati dalla filigrana spirituale del loro meraviglioso habitat».
La mostra di Sordevolo resterà aperta fino a domenica 15 dicembre, un’occasione per tutti gli estimatori dell'artista di Doues per ammirare questa piccola ma ricca antologica dello scultore, ormai riconosciuto internazionalmente come massimo interprete della memoria contadina.