A Tarabouc di Cogne rinasce la cappella delle leggende
Attorno alla cappella di San Bernardo a Tarabouc di Cogne ci sono leggende suggestive, che riguardano il diavolo nero imprigionato ai piedi del Santo, nella statua che lo raffigura nell’atto di bloccare il diavoletto che dava fastidio ai pastori della zona e fu protagonista anche di episodi più recenti.
L’abbé Joseph-Marie Henry riporta nella sua «Histoire» di come gli abitanti di Gimillan nel 1854, furiosi perché la società Lasagno che gestiva gli altiforni di Villeneuve e Gignod sfruttava il filone di magnetite ad Arsine di Cogne, diedero fuoco alle slitte davanti alle miniere, bloccando la strada. Intervennero tutti i carabinieri disponibili e due compagnie di bersaglieri, per sedare la presunta rivolta.
Interrogati dal giudice istruttore, gli abitanti di Gimillan indicarono come colpevole il «Becquet di Tarabouc», cioè «il diavolo di Tarabouc», ma l’inquirente pensò fosse una persona in carne ed ossa: fece circondare la cappella, sfondare la porta, ma si trovò davanti solo la statua del Santo e del diavoletto, capendo di essere stato raggirato dagli abitanti.
Con il tempo la cappella si è rovinata, ma ora i lavori di ripristino la riporteranno all’antico splendore.
Il restauro
A curare i lavori è la società Rascard & Luxury House di Mirko Charrance, legato a questo simbolo della libertà dei cognein.
«Ho un buon ricordo della cappella. - racconta Mirko Charrance - Di quando da piccolo, con gli adulti e don Corrado Bagnod, allora parroco della nostra comunità, si saliva alla cappella zaino in spalla, per mettere in sicurezza i Santi e portarli nella parrocchia a Cogne».
Ora i lavori hanno riguardato sia l’interno che l’esterno della struttura. «La cappella di Tarabouc strutturalmente era in buono stato. - continua Mirko Charrance - La parte più danneggiata era il tetto, dal momento che, con il passare del tempo, le lose della copertura si erano mosse e alcune erano crepate». Anche le parti interne erano danneggiate e scrostate a causa di infiltrazioni d’acqua. «E’ stato tolto l’altare per procedere ai restauri. Abbiamo lavorato al tetto e sostituito alcune travi, consolidato la volta della cappella e ripristinato la copertura, con lose di recupero vecchie e locali». L’esterno ha richiesto l’intervento di restauratori professionisti. ed è stata aggiunta una recinzione in legno per delimitare il perimetro.
«Mancano ancora gli interventi di intonacatura all’interno - conclude l’impresario Mirko Charrance - e la pavimentazione in legno, che stiamo restaurando assieme alla porta. Ci tenevo al restauro, dato che è il mio mestiere, e poi avendo proprietà nei dintorni era un bene vederla tornare al suo splendore». Con la primavera il restauro dovrebbe essere completato e anche le statue dei Santi, ora nella chiesa di Cogne, potranno tornare nella loro collocazione originaria.