Pré-Saint-Didier festeggia don Rodolfo Granelli 50 anni di sacerdozio e 25 di parrocchia
Fervono i preparativi per la festa per i 50 anni di sacerdozio, e 25 anni di parrocchia a Pré-Saint-Didier, in onore di don Rodolfo Granelli. In regia la cantoria di Pré- Saint-Didier, appuntamento domenica 24 novembre alle 10.30 nella chiesa parrocchiale, a seguire aperitivo e pranzo nella palestra delle scuole. Per partecipare si chiede l’adesione entro martedì 19 novembre telefonando al numero 339 2387005, quota 30 euro.
Nato a Monza il 19 novembre del 1946, dal settembre del 2012 don Rodolfo Granelli è anche parroco di La Thuile, mentre fino alla fine del 2016 - e per 20 anni - era stato direttore del Centro missionario diocesano, per poi passare il testimone a don Ugo Reggiani.
Anni durante i quali è stato in Perù, India, Cina, Costa d'Avorio, Rwanda, Uganda, Senegal, Guinea Bissau, Libano e Madagascar, a portare il suo sostegno ai missionari valdostani.
Ad ottobre del 2015 don Rodolfo Granelli era balzato agli onori della cronaca. Tutti i mezzi di informazione si erano interessati a lui, per il suo esempio di accoglienza e di attenzione al problema dei profughi. Clamore dovuto al fatto che il sacerdote era stato citato come modello positivo nell'inchiesta condotta dal giornalista Fabrizio Gatti e pubblicata su L'Espresso. Fingendosi un profugo curdo iracheno dal nome di Ibrahim Bilal, il giornalista aveva intrapreso un viaggio in ventitré parrocchie sparse tra Italia, Francia, Svizzera e Germania, chiedendo di essere ospitato per qualche giorno insieme alla sua famiglia. L'unica porta che si era aperta era stata proprio quella di don Rodolfo Granelli, che aveva chiesto aiuto ai padri somaschi di Entrèves a Courmayeur.