Si è conclusa all’Immacolata la serie dei pellegrinaggi ai santuari mariani Intitolato il prolungamento di via Giorgio Elter a via St-Martin-de-Corléans

Si è conclusa all’Immacolata la serie dei pellegrinaggi ai santuari mariani Intitolato il prolungamento di via Giorgio Elter a via St-Martin-de-Corléans
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Domenica scorsa, 29 settembre, 26esima del tempo ordinario e festività di san Michele Arcangelo, si è conclusa la serie dei pellegrinaggi ai santuari mariani valdostani.

La recita del rosario ha preceduto la Messa celebrata nel santuario di Maria Immacolata, Regina della Valle d’Aosta; e prima di queste funzioni si è svolta l’intitolazione a lei del prolungamento di via Giorgio Elter a via Saint-Martin-de-Corléans. L’evento è nato per iniziativa della comunità parrocchiale e dei missionari oblati di Maria Immacolata, patrona della loro congregazione. La giornata dal tempo mite ha favorito la partecipazione di numerosi fedeli, che con il sindaco di Aosta Gianni Nuti, autorità militari e rappresentanti di alcune associazioni si sono radunati alle 15.30 all’area pedonale parallela alla strada stessa, per assistere alla benedizione impartita dal vicario della diocesi di Aosta don Fabio Brédy.

E prima della processione dalla rotonda al santuario ha preso la parola il sindaco Gianni Nuti che dopo avere salutato i presenti ha sottolineato: «Questo segmento di via che prossimamente assisterà all’abbattimento di questi orrori, i grattacieli, diventerà uno spazio verde, un luogo di aggregazione con i giochi, la parrocchia e l’intero quartiere».

L’intitolazione del tratto di strada a Maria Immacolata, Regina della Valle d’Aosta ha risvegliato nei fedeli più anziani il ricordo del pomeriggio del 7 settembre 1956, festività di san Grato, quando il vescovo di Aosta monsignor Maturino Blanchet benedì la nuova chiesa del quartiere Cogne che sostituiva quella di Santa Croce in via Edouard Aubert.

L’altare del santuario era addobbato con rose e gerbere, mentre la corale parrocchiale diretta da Alessandro Rota ha animato i canti. La Messa è stata presieduta dal vicario don Fabio Brédy e concelebrata con il parroco padre Gregorio Glabas, padre Palmiro Delalio, padre Gianpaolo Gugliotta, il diacono Roberto Cerise e l’accolito Franco Marchesini.

Prendendo spunto dal vangelo del giorno don Fabio Brédy ha detto: «”Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva”. Noi e loro. Se ci pensate dietro a questa domanda all’inizio del vangelo di oggi c’è quella che abbiamo sentito l’altra settimana, dove la grande discussione degli apostoli era chi fosse il più grande, un discorso di gerarchia all’interno della Chiesa. Oggi ci si sposta verso l’esterno, nel pensiero degli apostoli c’è che noi siamo i prescelti e allora come si permettono di scacciare i demoni, come si permettono di fare del bene? Mai confondere il centro del vangelo che è il servire e non il possesso, il potere. Quando cominciamo a dire noi e loro, gli altri, stiamo uscendo dal suo insegnamento. Bisogna vincere la gelosia perché ci chiude, ci restringe, ci intristisce. Mai essere gelosi di chi fa il bene, ma gioire per quello che fanno. E infatti il vangelo dice che chiunque darà da bere un bicchiere d’acqua nel nome di Gesù non perderà la sua ricompensa».

Dopo il canto finale «Je te salue» è seguita la foto di gruppo sui gradini della chiesa e un rinfresco servito da alcune volontarie nel cortile dell’oratorio.

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