Riforma della legge elettorale, riprendono le trattative Per ora intesa possibile solamente sulle tre preferenze
Segreterie di movimenti e partiti al lavoro per trovare un accordo sulla nuova legge elettorale in Valle d'Aosta. Dopo lo «stallo» degli ultimi mesi, i segretari delle forze di maggioranza si sono incontrati mercoledì scorso, 18 settembre - a margine della riunione del Consiglio Valle - e hanno deciso di stringere i tempi.
L’obiettivo è di arrivare quanto prima ad una soluzione condivisa: c'è il rischio che salti la trattativa e che nel 2025 si torni a votare con la legge attuale. Secondo quanto si è appreso, alcuni punti sono condivisi come le tre preferenze. Inoltre si lavora all'ipotesi di inserire l'obbligo di una donna nella Giunta regionale. Sul tavolo delle trattative vi è l’ipotesi di lavoro messa a punto da Uv e Alliance Valdôtaine l’anno scorso e depositata a luglio 2023.
Il documento non prevede l’elezione diretta del Presidente della Regione. Un impianto basato sulla legge elettorale del 1993, con alcuni correttivi. La proposta di riforma della legge elettorale regionale allora firmata da Union di riforma della legge elettorale regionale e Alliance Valdôtaine - ora riunite sotto il simbolo del Leone Rampante - prevede l'indicazione di un programma e dei criteri per l'individuazione del presidente, da parte di una lista o di una coalizione di liste. Ogni coalizione potrà indicare nome e cognome del presidente che sarà poi eletto dal Consiglio Valle o indicare i criteri per la sua individuazione; i partiti autonomisti sono orientati a eleggere il più votato della lista che ha raccolto più voti. È previsto un doppio premio di maggioranza: la lista o coalizione che otterrà il 40 per cento dei voti avrà 20 consiglieri (sui 35 eletti); chi otterrà il 45 per cento arriverà a eleggere 22 consiglieri. Per riequilibrare i generi in Consiglio è previsto di alzare la soglia del genere meno rappresentato nelle liste, portandolo dal 35 per cento attuale fino al 45 per cento, con il ritorno alle 3 preferenze, ma con la seconda preferenza di genere, con lo stesso criterio utilizzato per le elezioni europee. Ancora: il risultato delle liste che non raggiungono la soglia minima, confermata in 2 seggi, contribuiranno al risultato della coalizione.
Tra le osservazioni sollevate dagli interlocutori dell’Uv, l’ipotesi di non prevedere coalizioni e di abbassare il quorum e quindi la «percentuale d’accesso» al Consiglio Valle. Un ritorno a un proporzionale «spinto» che certo favorirebbe le forze piu piccole ma che non trova i favori dell’Union.
Sembra più facile invece l’intesa sulla possibilità di cassare la preferenza unica e tornare alle 3 preferenze. Non è escluso allora che di tutta la riforma si salvi giusto questo passaggio: la modifica dell’articolo per ripristinare le 3 preferenze troverebbe facilmente la maggioranza qualificata - 24 voti - per evitare il referendum. Allo stesso modo, sembra abbastanza facile trovare sponde sulla rappresentanza di genere in Giunta.