La maggioranza diserta il Consiglio straordinario sull’ipotesi del danno erariale: salta la seduta
I consiglieri di minoranza della lista Energie Nuove per Borgofranco avevano richiesto un Consiglio comunale straordinario per avere chiarimenti sul documento intitolato “Danno erariale”, consegnato nella precedente seduta dal sindaco Fausto Francisca. Tuttavia, per il mancato raggiungimento del numero legale causa l’assenza dei membri della maggioranza (era presente solo il presidente Matteo Cavoretto), questo è inevitabilmente saltato nella giornata di giovedì 5 settembre scorso, scatenando le polemiche tra i 2 gruppi. Oggetto del contendere le conseguenze del procedimento giudiziario a carico del Comune intentato dalla famiglia Zilli, vittima dell’alluvione del 1994 che rese inagibile l’abitazione in borgata Paratore, poi distrutta dalle ruspe assieme ad altri immobili non più sicuri. Silvia Zilli accusava le Amministrazioni comunali succedutesi nel tempo di inadempienza a fronte dei danni subiti e delle spese sostenute per la loro ricollocazione, quando invece si sarebbe dovuto provvedere a un’immediata operazione di messa in sicurezza della borgata, piuttosto che al suo abbattimento a seguito dell’evento alluvionale che mise in ginocchio il Canavese 30 anni fa, sommergendo il Comune di Borgofranco in più di un metro d’acqua per le strade. La trentennale causa legale si è risolta con il verdetto finale della Corte di Cassazione che prevedeva un risarcimento di quasi 800mila euro addebitato del Comune, cifra già sbloccata mediante una variazione di bilancio. Al riguardo, il Sindaco aveva però lasciato aperto uno spiraglio che avrebbe potuto portare avanti la questione, con il coinvolgimento della Corte dei Conti e di un’eventuale indagine volta a fare luce su un presunto danno erariale, con la disamina di tutti i soggetti coinvolti fin dal 1994 e una revisione dell’intera vicenda. Disposto ad approfondire la questione, Fausto Francisca non aveva però ritenuto necessario indire un Consiglio comunale straordinario, invece richiesto dalla minoranza, legittimata a farlo anche senza il vaglio di ammissibilità da parte del Sindaco e con un quinto dei consiglieri favorevoli.
«Il Consiglio non si è svolto per mancanza di tutti i consiglieri di maggioranza. - ha constatato Federico Fiorina, portavoce dell’opposizione - Non era mai successa una cosa simile ma la questione è solo rimandata al prossimo Consiglio comunale, quando riproporremo l’interrogazione. Comunque, il messaggio politico di questa diserzione è evidente: la maggioranza non si è voluta presentare».
Il Sindaco ha commentato in risposta che il documento era solo un’ipotesi privata intesa come aiuto per chi potrebbe essere chiamato a rispondere e che la seduta si è svolta nel rispetto dell’applicazione di legge procedurale della stessa, qualora si verifichino assenze giustificate. «I consiglieri di minoranza hanno richiesto la seduta del Consiglio in seconda convocazione, ignorando quanto riportato dagli articoli del regolamento comunale, per i quali se un argomento non è ritenuto degno d’interesse la convocazione può essere cassata. - ha continuato Fausto Francisca - Le convocazioni sono funzioni della maggioranza, non della minoranza, non ho ritenuto necessario perdere tempo su questo argomento». Anche sui social non sono mancati commenti in disaccordo con quanto accaduto, cui ha risposto l’assessore Gabriella Gedda: «Nel periodo vacanziero e di ripresa dei lavori può succedere che un Consiglio straordinario salti. Bastava che la minoranza lo chiedesse non nel mese dove è più probabile vi siano defezioni, comunque tutte giustificate, sia quelle di maggioranza che quelle di minoranza».