«Siamo più preoccupati per la prospettiva di quasi 20 anni di lavori di manutenzione»

«Siamo più preoccupati per la prospettiva di quasi 20 anni di lavori di manutenzione»
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Una questione complessa che riguarda più enti nella nostra regione e più Paesi (oltre all’Italia, i vicini Francia e Svizzera) e che coinvolge tutti i settori produttivi, dall’industria al commercio, dall’artigianato al turismo. Dopo lo stop dello scorso anno, il Tunnel del Monte Bianco da lunedì prossimo, 2 settembre, alle 17, sarà chiuso per 15 settimane fino alle 17 di lunedì 16 dicembre. Un periodo, quello autunnale, che è stato individuato dalla società che gestisce il Traforo, insieme alle prefetture della Valle d’Aosta e dell’Alta Savoia, come quello meno impattante sul turismo, in particolare per i veicoli leggeri, i primi utilizzatori del traforo (68 per cento del traffico nel 2023) e sull’economia tra le due regioni.

“Voglio sottolineare che abbiamo sempre lavorato in maniera sinergica con i diversi enti per individuare le migliori soluzioni. Quello della chiusura del tunnel è un problema che induce a riflessioni su tutto il sistema dei collegamenti in Valle d’Aosta; in ogni caso, la sicurezza è la priorità assoluta in questi casi. - commenta Roberto Sapia presidente della Chambre Valdôtaine - Per agevolare il passaggio dei mezzi pesanti, si sta ragionando con le Dogane svizzere, per fare in modo che, in questo periodo di tempo, non debbano essere sdoganate le merci al traforo del Gran San Bernardo. Sicuramente tra i comparti più penalizzati, vi sono quelli del commercio e dell’artigianato, soprattutto di località come la Valdigne, in un momento storico in cui i prodotti valdostani iniziano ad essere particolarmente apprezzati Oltralpe”.

Tra le diverse questioni di cui si discute, quella della realizzazione della seconda “canna” (o canna di sicurezza) che consentirebbe di raddoppiare il tunnel e di garantire maggiore fluidità al traffico veicolare. Roberto Sapia evidenzia anche l’attuale problematica dei lavori in corso per la realizzazione della bretella Santhia-Ivrea, con la deviazione attualmente presente sull’autostrada, che spesso crea lunghe code. Una sorta di imbottigliamento verso la Valle d’Aosta, che a questo punto, con la chiusura del Tunnel del Bianco in questi mesi, non può che peggiorare la situazione degli spostamenti da e verso la nostra regione.

“Temiamo soprattutto ripercussioni per la Valdigne, Courmayeur e per i paesi dell’area del Parco del Gran Paradiso, Cogne in primis. - aggiunge Luigi Fosson presidente dell’Adava, l’associazione che raduna gli albergatori e gli operatori della ricettività turistica - Località che, è evidente, non ha bisogno di ulteriori penalizzazioni. Sono coinvolte anche la valle centrale e ovviamente la città di Aosta. A nostro parere la chiusura autunnale per altri 16 anni impedirebbe di continuare l’opera, già avviata dagli albergatori, per la destagionalizzazione del turismo, a favore del periodo autunnale, anche alla luce dell’allungamento, sempre più evidente negli ultimi anni, della stagione estiva”.

Anche Luigi Fosson è favorevole alla realizzazione della seconda canna. “Secondo alcuni studi, si potrebbe realizzare in 4, 5 anni di lavori e solo 2 anni e mezzo per poterlo usare in caso di emergenza. - afferma il Presidente dell’Adava - L’essenziale, a mio giudizio, è poter garantire uno scorrimento agevole del traffico ed evitare code e mezzi fermi, per non andare ad intasare l’autostrada che significherebbe di conseguenza, andare ad appesantire il traffico sulla statale”.

«Resta un tema caldo, da risolvere. - precisa Francesco Turcato, presidente di Confindustria Valle d’Aosta - Anche con il nuovo presidente nazionale Emanuele Orsini, si è iniziato un percorso: siamo d’accordo che la realizzazione della doppia canna è l’unica soluzione possibile. Sicuramente per tutte le attività vicine al traforo, compresi gli alberghi, l’impatto di queste 15 settimane senza tunnel sarà pesante. Ma quello che ci preoccupa di più non è la chiusura singola, ma il prolungamento per quasi 20 anni di questa attività di manutenzione, per poi trovarci tra 20 anni con una galleria che ne ha 80 e che sarà in contrasto con le normative europee. Normative che spingono per declassare i tunnel “monocanna”, e il Monte Bianco ormai è l’unico. Siamo di fronte alla tempesta perfetta: autostrada in difficoltà, senza ferrovia e traforo chiuso. Io scenderò mercoledì 18 settembre a Roma, in quell’occasione incontrerò la nuova dirigenza di Confindustria e alcuni politici. Naturalmente parlerò anche di questo tema».

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