Rogo di Aymavilles, non è stato un mozzicone Chiusa l’inchiesta, sono tredici gli indagati Verità scomode nelle intercettazioni telefoniche
La procura di Aosta ha chiuso le indagini sul grande rogo boschivo di mercoledì 19 luglio 2023 tra Aymavilles e Villeneuve, dove bruciarono 115 ettari di terreno e 2 abitazioni nel villaggio della Camagne, nel territorio comunale di Villeneuve: sono 13 gli indagati.
Il rogo, secondo quanto appurato dalla procura di Aosta, era divampato a causa di un problema alla linea elettrica di Deval, società partecipata regionale: tra i 5 indagati in questo filone di indagine c'è anche il presidente e amministratore delegato della società, Giorgio Pession. Le ipotesi di reato, in questo caso, sono le fattispecie colpose di incendio boschivo e inquinamento ambientale.
«Studieremo con attenzione gli atti e li valuteremo. Abbiamo già nominato un consulente che ora, con la chiusura delle indagini, potrà esaminare la documentazione», sottolinea l'avvocato difensore di Pession, Mario Garavoglia. Le indagini - coordinate dal pm Giovanni Roteglia - sono state condotte dal Nucleo investigativo del Reparto operativo dei carabinieri del Gruppo Aosta, dall'aliquota del Corpo forestale della Valle d'Aosta (Cfv) della sezione di polizia giudiziaria e dal Nucleo investigativo antincendi boschivi del Cfv.
Tra gli indagati anche il direttore della Protezione civile regionale, Valerio Segor: per gli inquirenti ha contribuito, in modo colposo, ad aggravare le conseguenze del rogo, non attivando una convenzione che avrebbe consentito di superare le presunte inefficienze della compagnia elicotteristica Sky Aviation.
Partito da un rametto
Secondo i consulenti della procura di Aosta (Gianni De Podestà e Maddalena Niclot Viett), una manutenzione adeguata e conforme al piano di indirizzo operativo previsto da Deval avrebbe evitato il grande incendio boschivo del 19 luglio 2023 tra Aymavilles e Villeneuve. L'innesco del rogo, secondo la consulenza affidata dal pm Giovanni Roteglia, è da correlare al corto circuito registrato dal Centro di controllo Deval alle 15.15 di quel giorno. La prima ipotesi di innesco da sigaretta è risultata infondata. Un sopralluogo dei consulenti ha consentito di accertare che il traliccio della linea 223 presente nella zona di innesco dell'incendio è sovrastato da un gruppo di pioppi. Quindi - ritengono i consulenti - considerata la ventosità di quei giorni, è presumibile che un rametto sia caduto sulla testa del traliccio nell'area sottostante al gruppo di alberi, interponendosi tra 2 connettori della linea con una lunghezza sufficiente a innescare una violenta scarica. Lo stesso rametto, incendiandosi, sarebbe poi caduto a terra determinando il rogo boschivo, divampato appena dopo l'abitato di Poyaz. A detta dei consulenti della procura, se le prescrizioni sulle distanze e posizioni di rispetto tra le linee elettriche e alberi e rami non vengono rispettate, si possono scatenare incendi. I consulenti ritengono che ci sia stata negligenza, con la mancata attuazione del piano di indirizzo operativo previsto da Deval. Le videocamere del Comune di Saint-Pierre hanno immortalato le varie fasi dell'incendio. In questo filone di indagine, che riguarda le fattispecie colpose di incendio boschivo e inquinamento ambientale, sono indagati il presidente e amministratore delegato di Deval Giorgio Pession di 60 anni, di Valtournenche; Domenico Mileto, di 58 anni, di Saint-Marcel, come assistente tecnico di rete componente dell'unità operativa territoriale Deval Aosta; Valerio Zinetti, di 57 anni, di Aosta, responsabile dell'unità operativa territoriale Deval di Aosta; Valter Musso, di 48 anni, di Aosta, Luigi Traverso, di 63 anni, di Genova, come funzionari Deval che si sono occupati, tra l'altro, della guida alla corretta individuazione delle criticità delle linee aeree.
Alcuni testimoni residenti nelle vicinanze avevano dichiarato che nei giorni precedenti c’erano stati forti sbalzi di tensione. Durante le indagini sono stati sequestrati anche numerosi documenti alla Deval, tra questi un rapporto interno che evidenzia come su quella rete, proprio alle 15.15 ci sarebbe stata un’anomalia nella linea elettrica.
Elicotteri in ritardo
Secondo la procura di Aosta, sul grande incendio del luglio 2023 tra Aymavilles e Villeneuve, gli elicotteri della società Sky Aviation hanno effettuato in ritardo i lanci d'acqua richiesti nell'ambito dell'appalto con la Regione Valle d'Aosta. Gli inquirenti - che ipotizzano le fattispecie colpose di incendio boschivo e inquinamento ambientale - hanno ricostruito che, avendo ricevuto l'ordine di attivazione urgente alle 15.55 del 19 luglio 2023, il velivolo sarebbe dovuto arrivare entro 20 minuti. Invece era giunto sul luogo dell'incendio alle 16.30, iniziando il servizio solo alle 17.55. Secondo la procura, durante un incendio avvenuto a Sarre alcune settimane prima (lunedì 3 luglio 2023) su un elicottero della società si era verificato un problema al sistema elettrico della benna adibita alla raccolta e al lancio di acqua. La causa, a detta degli stessi tecnici della Sky Aviation, era legata a un problema di prese elettriche di marca diversa che facevano male contatto. Pur consapevoli della questione, gli addetti - secondo gli inquirenti - erano intervenuti con lo stesso materiale sull'incendio di Aymavilles, senza riuscire a effettuare lanci d'acqua almeno fino alle 17.55.
Una situazione di cui, sulla base di un’intercettazione effettuata durante una riunione dell’8 agosto 2023, tra responsabili dei servizi regionali coinvolti nella gestione degli eventi incendiari, era emersa traccia. «Lì l’equipaggio - dice uno - aveva risolto tutto dopo un po’ di manovre e quindi nell’arco di pochi minuti aveva sistemato la questione». Nel caso di Aymavilles, «invece è dovuto rientrare e quindi dall’attivazione alle 16 e 09 sostanzialmente che a me risulta ah… sul luogo dell’incendio è diventato poi nuovamente operativo alle 18 e 10 circa quindi sono passate un paio d’ore».
Sul posto erano intervenuti anche i Canadair.
In questo filone dell'inchiesta sono indagati a vario titolo Alessandro Penco e Cesare Sappino, come rappresentanti legali di Sky Aviation, Christian Gagliardo e Roberto Fontanari come piloti, Carlo Cugnetto e il tecnico di volo Luca Laurent.
E’ indagato anche il capo della Protezione civile regionale, Valerio Segor, che per la procura, nonostante le inefficienze degli elicotteri di Sky Aviation, non ha attivato, come previsto da una convenzione, i velivoli della Protezione civile del Piemonte.
Altri accertamenti riguardano poi la documentazione contabile presentata dall’azienda a seguito degli eventi, con ipotesi di truffa e falso, non solo legati ai due incendi.
Telefonata galeotta
Il comandante del Corpo forestale della Valle d'Aosta, Luca Dovigo, è indagato invece per rivelazione di segreti d'ufficio a un dirigente regionale. E’ finito nel mirino per il contenuto di una telefonata intercettata il 7 agosto 2023. Luca Dovigo parla con l’allora dirigente regionale (oggi non più in servizio) e suo predecessore al comando della Forestale Flavio Vertui. In quella conversazione, per la Procura, il Comandante ha svelato notizie, che avrebbero dovuto rimanere riservate, sulle attività disposte dalla Procura, sulle modalità degli accertamenti, oltre all’allora finalità investigativa perseguita.
«Ma adesso… il… il PM ha nominato un tecnico CTU», dice Dovigo al telefono. Il suo interlocutore è netto: «Allora vuole dire che non si fida di noi… perché è grave “sta cosa qua”». Il Comandante osserva che «non ne concluderà niente», e l’interlocutore successivamente ritiene che «il CTU si baserà sui nostri rilievi cosa vuoi che faccia». Dovigo risponde: «ma certo… anche perché come fai… sì ma sono arrivati su con tutti cartellini tipo CSI… lì c’è un mozzicone… lì c’è altre cose… ah… han beccato un rastrello… sì rastrello stan facendo i fieni per forza che c’è il rastrello…».