Protocollo per lo svolgimento dei combats per evitare il propagarsi della “bluetongue”
Prima l’accelerazione della diffusione del virus in Francia e in diverse regioni italiane; poi l’emergere di un caso “sospetto” (che molto probabilmente verrà confermato dalle “controanalisi” nelle prossime ore) a Settimo Vittone che ha quindi allargato la sua “zona rossa” (istituita per un raggio di 20 chilometri da ogni stalla colpita) fin dentro ai confini della Valle d’Aosta. Sta creando preoccupazione anche nella nostra regione la “bluetongue”, detta anche febbre catarrale degli ovini, da cui al momento la Valle d’Aosta è ancora ufficialmente indenne. Non si tratta di una delle zoonosi più gravi: non è ad esempio previsto l’abbattimento dei capi né il blocco del conferimento del latte delle stalle interessate dal momento che non comporta alcun problema di sicurezza degli alimenti derivati da specie recettive. E non è contagiosa per l’uomo. Tuttavia la sua diffusione può provocare gravi ricadute socioeconomiche a causa dell’impatto diretto sul patrimonio zootecnico (casi clinici e mortalità negli ovini, cali di produzione nei bovini) e del danno commerciale legato alle restrizioni dei movimenti di animali. Perciò, non appena è emerso il caso sospetto di Settimo Vittone, prima ancora della sua conferma ufficiale la Regione ha approvato una serie di misure definite «di massima precauzione».
Naturalmente il suo diffondersi incide anche sullo svolgimento delle batailles, sia delle reines che delle capre. Per questo i responsabili dell’Assessorato regionale della Sanità hanno incontrato martedì scorsi, 20 agosto, quelli dell’Usl, dell’Arev - Association Régionale Eléveurs Valdôtains, dell’Anaborava e dei comitati organizzatori delle batailles de reines e delle chèvres per mettere a punto un protocollo che consenta di proseguire lo svolgimento delle manifestazioni, cercando però di mantenere lo status di “regione indenne” per la Valle d’Aosta.
Mercoledì scorso, 21 agosto, è stato emesso un provvedimento - a firma della dirigente della struttura di Prevenzione, Sanità pubblica, veterinaria e Sicurezza alimentare dell’Assessorato della Sanità Enrica Muraro - proprio in merito ai «focolai di febbre catarrale degli ovini (“bluetongue”)». Nel documento vengono fornite le indicazioni obbligatorie per partecipare alle manifestazioni di oggi e domani, sabato 24 e domenica 25 agosto, ad Arnad e a Gressoney-Saint-Jean. E’ fatto obbligo di effettuare il trattamento dell’animale con insetto-repellente almeno 48 ore prima dell’evento: nel caso dei bovini, esso verrà messo a disposizione gratuitamente da Anaborava, tramite i veterinari aziendali, e l’intervento verrà eseguito su richiesta dell’allevatore, al quale spetterà il solo costo della somministrazione; nel caso dei caprini, l’allevatore potrà rivolgersi al veterinario dell’AZ ovi-caprina o al proprio veterinario libero professionista per la ricettazione o la somministrazione del farmaco. E’ inoltre obbligatorio «effettuare il trattamento del mezzo con prodotto insetticida adeguato» e «isolare l’animale al rientro in azienda ed effettuare un test PCR per “bluetongue” dopo 7 giorni ed aspettare l’esito negativo del test prima di rimetterlo in promiscuità con altri animali. Il costo dell’esame sarà a carico dell’allevatore ed è pari a 16 euro + Iva».
Qualora il focolaio di Settimo Vittone fosse confermato, alle battaglie del prossimo fine settimana (delle reines a Morgex e quella amichevole delle capre a Valsavarenche) gli allevatori residenti all’interno dei limiti della “zona rossa” potrebbero muovere i loro animali solo in seguito all’esito negativo del test.
La “bluetongue” (ovvero in inglese “lingua blu”) è una malattia infettiva non contagiosa dei ruminanti sostenuta da un virus del genere Orbivirus trasmesso da moscerini appartenenti al genere Culicoides, che costituiscono quindi i vettori della malattia. Sono recettive alla “bluetongue” praticamente tutte le specie di ruminanti, domestiche e selvatiche, ma non tutte si ammalano. Negli ovini la “bluetongue” si manifesta clinicamente nella forma più grave, causando anche mortalità; nei bovini e nelle capre l’infezione decorre, salvo poche eccezioni, in forma subclinica, ovvero senza sintomi evidenti. I primi segni di una malattia acuta sono visibili da 4 a 20 giorni dopo l’infezione.