Tassa di soggiorno, si cambia. Non in Valle d’Aosta
Di un’eventuale revisione della tassa di soggiorno se ne riparla a settembre: il Ministero del Turismo e l’ANCI (Comuni italiani) hanno infatti smentito novità imminenti.
In tutta Italia quindi si proseguirà senza modifiche alle regole attuali, in base alle quali si può applicare con un tetto massimo di 5 euro al giorno, che sale a 10 euro nei capoluoghi di provincia turistici.
Il programma dei lavori è stato anticipato dal presidente ANCI, Roberto Pella: «Sono stato rassicurato dal ministro Daniela Santanchè sulla volontà di convocare un tavolo a settembre con i Comuni, per lavorare insieme ad una proposta di revisione della disciplina della tassa di soggiorno».
Il ministero del Turismo nei giorni scorsi ha a sua volta chiarito che «non si sono ancora concluse le interlocuzioni con le associazioni di categoria e gli altri attori istituzionali in vista di una possibile proposta di modifica della disciplina dell’imposta di soggiorno. Il dialogo proseguirà a settembre».
Quali sono le ipotesi allo studio? Il Governo sarebbe orientato a operare due rilevanti cambiamenti: estendere la possibilità di applicare l’imposta di soggiorno a tutti i comuni; rimodulare le tariffe minime, che nelle città d’arte potrebbero arrivare a 25 euro al giorno.
In realtà, quest’ultima sarebbe la tariffa per gli alberghi di extra-lusso, perché la modulazione sarebbe proporzionale al costo dell’alloggio turistico. Resterebbe la tariffa da 5 euro per pernottamenti inferiori a 100 euro, potrebbe salire fino a 10 euro per una sistemazione fra i 100 e i 400 euro, e a 15 euro tra i 400 e i 750 euro. Arrivando fino a 25 euro al giorno per gli alberghi di extra-lusso.
Queste ipotesi di aumento trovano la contrarietà delle principali associazioni di settore. Federalberghi ritiene che l’obiettivo comune debba «essere quello di sostenerne la crescita, non di frenarla». E che, al momento, sono solo ipotesi.
L’assessore Grosjacques: «Presidiamo l’argomento»
E in Valle d’Aosta cosa succederebbe? «Nelle ultime settimane il Ministero del Turismo ha proposto alle Regioni un disegno di legge di revisione dell'imposta di soggiorno. - conferma l’assessore regionale al Turismo Giulio Grosjacques - Per adesso è solo una proposta, che è stata oggetto di alcune analisi e discussioni con le Regioni e che tornerà ad essere esaminata nel mese di settembre. E’ un testo che potrà ancora cambiare o addirittura subire una battuta d'arresto, e quindi al momento non ha effetti su nessun territorio e nessuna attività ricettiva».
«La Valle d'Aosta - prosegue l’Assessore - ha specifiche competenze in materia di raccordo tra la finanza statale e regionale, che sono estese alla disciplina di tutti i tributi locali istituiti con legge statale. In forza di queste competenze lo scorso anno il Consiglio regionale, con la legge regionale numero 10 del 2023, ha ridefinito a livello regionale la disciplina dell'imposta di soggiorno. Questa è la legge attualmente vigente in Valle d'Aosta. Il nostro obiettivo è quello di difendere le nostre prerogative statutarie e di dare continuità alla normativa regionale vigente.
Stiamo presidiando l'argomento all'interno della Commissione Politiche del Turismo della Conferenza Stato-Regioni, nell'ambito della quale abbiamo già chiesto e continueremo a chiedere di fare salve le nostre competenze statutarie, richiesta che abbiamo esplicitato attraverso la proposta di inserimento di un emendamento a salvaguardia delle Regioni e Province Autonome».