Rosario Scalero, Gian Carlo Menotti e i fratelli Jon Quando la musica unisce le due sponde dell’oceano

Rosario Scalero, Gian Carlo Menotti e i fratelli Jon Quando la musica unisce le due sponde dell’oceano
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Si articolerà in 17 eventi tra domenica 18 agosto 2024 a sabato 25 gennaio 2025 la seconda edizione del Festival musicale Rosario Scalero, intitolato al celebre violinista e maestro che scelse il Canavese come sua terra d’elezione. In vista dell’avvio dell’importante evento culturale, proponiamo un contributo della professoressa, giornalista e scrittrice Margherita Barsimi, che ha recentemente pubblicato con Bolognino Editore il volume “Tutt’intorno alla Pieve” dedicato alla Pieve di San Lorenzo, a Settimo Vittone, e alle storie delle persone che vi hanno legato la loro vita in circa 1.000 anni di storia.

Tra i numerosi allievi che, nel corso della sua lunga attività didattica, il maestro Rosario Scalero ha incontrato, lasciando, in alcuni più che in altri, la sua impronta d'artista, c'è stato anche un certo...Menotti! Gian Carlo Menotti è celebrato, da una parte e dall'altra dell'Oceano Atlantico, per la fortunatissima idea di “creare”, nella città umbra di Spoleto, un Festival che aveva lo scopo fondamentale di unire, con il linguaggio universale della musica, le 2 sponde opposte e distanti dell'Atlantico.

Rosario Scalero e Gian Carlo Menotti

Quando a Montestrutto di Settimo Vittone avrà inizio la seconda edizione del Festival Musicale Scalero, non si sarà ancora sopita l'eco che la 67esima edizione del Festival dei due Mondi, ancora una volta, ha fatto riecheggiare il nome di Menotti e di Spoleto in Europa, negli Stati Uniti, nel mondo.

Nella Casa-Museo dedicata al suo ideatore, nella centralissima piazza del Duomo, nella scheda biografica dell'ultimo "Duca" (come i suoi estimatori più agguerriti amano chiamare il maestro Menotti), nel curriculum dei suoi studi è citato il periodo in cui aveva frequentato i corsi del maestro Scalero. Non è citata, ahimè, almeno per il momento, la residenza settimese scelta da Scalero per far trascorrere ai suoi allievi proficue vacanze-studio al Castello di Montestrutto e nei borghi montani dei dintorni. D'altronde in una certa letteratura accademica non ci sono riferimenti espliciti, fino a questo momento, almeno, al Festival "diffuso" nel territorio canavesano del Festival Scalero. Fino a questo momento, appunto! Se l'iniziativa di Chiara Marola, direttrice artistica ed esecutiva, dovesse consolidarsi, più di quanto già non sia successo, si potrebbe assistere all'eccezionalità, “reiterata”, di una manifestazione musicale internazionale i cui protagonisti, italiani d'esportazione, hanno restituito alla nazione d'origine ciò che, in termini d'ispirazione e d'influenza, avevano acquisito in patria, esaltandola alle estreme conseguenze, nell'ospitale e generosa terra statunitense.

Le vicende di Costantino e Pietro Alessandro Jon

Qualche decennio prima, negli stessi anni in cui Rosario Scalero era docente di composizione alla Mannes School di New York e non pensava certamente di tornare in Italia, per trasferirsi in un piccolo borgo dell'eporediese, due fratelli organisti, originari di quello stesso borgo, sempre a New York, aprivano una Scuola di Musica, dove per la prima volta si guardava alla musica per organo non solo come strumento di musica sacra! Si chiamavano Costantino e Pietro Alessandro Jon: anche per loro l'ambiente statunitense si rivelò estremamente “permeabile” alle novità giunte dall'Italia, rappresentate nel caso, soprattutto di Pietro, il più giovane dei 2 fratelli, da un esecutore brillante, nonché didatta affascinate e compositore di successo.

A differenza di Scalero e di Menotti, che rientrarono, ad un certo punto della pur brillante carriera, in Italia, i due Jon decisero che l'accoglienza americana era stata tale che non valeva la pena di metterla a repentaglio con un ritorno aleatorio. D'altronde, la temperie politica e culturale italiana degli anni Quaranta, per chi in America aveva assaporato il clima di libertà e di “modernità”, non era certamente incentivante e invitante.

Se è ipotizzabile pensare che Scalero e gli Jon, divenuti nel frattempo Yon, possano essersi incontrati per le "recondite" vie che solo i musicisti conoscono, è un dato di fatto che negli stessi anni, Scalero nel castello di Montestrutto, gli Yon nella villa che avevano fatto costruire nella frazione originaria di "Casale", giungevano a Settimo Vittone, accompagnati dai loro allievi americani che, in certi casi, avrebbero ottenuto dei risultati tali da oscurare la fama dei loro maestri. Se per Scalero, erano allievi come Menotti, per gli Yon erano i Barber e i Porter, tra i compositori, e i tantissimi organisti delle chiese più importanti degli States che frequentarono le loro lezioni vocali e strumentali.

La musica che ha unito le 2 sponde dell’Atlantico

Nell’imminenza del prossimo “Festival Scalero”, alla luce di quanto la Storia, più o meno recente, ci dimostra, se l’intuizione di Chiara Marola si dovesse rivelare, anche solo in minima parte fortunata quanto quella di Giancarlo Menotti, poco importerebbe il valore intrinseco del “musicista” Scalero: l’aspetto più importante da evidenziare sarebbe quello del “didatta”, che di fronte alle doti di alcuni allievi si esalta e si entusiasma, soprattutto se c’è una possibilità che un allievo possa diventare più celebre del maestro... Così è stato fuor di dubbio per Scalero, in parte anche per Pietro Alessandro Yon, che gode, a distanza di 81 anni dalla morte, soprattutto al di là dell’Atlantico, di grande prestigio, sia come esecutore che come compositore. In ogni caso, l’uno e l’altro, sono stati nel breve periodo della loro vita e nel lungo periodo dalla loro morte ad ora, 2 esempi di come fosse facile unire le 2 sponde dell’Atlantico: tra i tantissimi emigranti per motivi di lavoro, c’erano coloro che portavano dalla vecchia Europa in America un patrimonio immateriale di cultura che nella musica, nel canto e nell’arte costituiva una sorta di primogenitura culturale.

Lo “spirito del luogo” di Settimo Vittone

Montestrutto e la Pieve di san Lorenzo sembrano vegliare dall’alto sulla piana di Settimo Vittone, sono uniti da un sentiero di grande valore paesaggistico, ma molto di più dalla “magia” che li accomuna (castelli medievali trasformati nel tempo in dimore signorili, 2 edifici sacri, san Giacomo e il complesso di san Giovanni e san Lorenzo, che ci parlano di arte e di cultura, oltre che di presidio religioso); 2 musicisti emigrati, gli Yon, che su queste alture ritornavano sempre volentieri a ritrovare l’atmosfera che li aveva nutriti nei primi anni della loro vita; un altro, Scalero, che decide di chiudere la sua vicenda terrena “in sì breve sponda...” Tutto ciò si può riassumere in una parola, quello “spirito del luogo” che, per non essere equivocato, si chiama Settimo Vittone. Nelle sue variegate borgate si declinano specificità e meraviglie di natura e di cultura, da cui personaggi ed artisti come quelli a cui il Festival è dedicato non potevano non subire il fascino unico ed irripetibile.

La II edizione del Festival Musicale Scalero inizierà il 18 agosto 2024 ad Andrate e terminerà il 25 gennaio 2025 a Bollengo, toccherà molte località canavesane, da Ivrea a Carema, da Nomaglio a Burolo, da Mazzè alla Pieve di Settimo Vittone, per un totale di 17 eventi, non solo musicali, avendo però come “cuore registico” Montestrutto e il Castello dove il Maestro Scalero aveva accolto tanti suoi studenti.

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