A Porossan una targa per ricordare don Quinto Vacquin

«Chi vive nell'amore vive in eterno. Don Quinto, primo parroco di Porossan, una guida spirituale, un parente, un amico, ma soprattutto un Uomo capace di vedere dentro di noi, di ascoltare le nostre parole e i nostri silenzi. Sempre presente. Un pilastro sul quale sono state costruite le vite di tutti noi. Grazie Don Quinto per esserci stato e per esserci ancora accanto». E' questa la dedica scritta su di una targa che mercoledì scorso, 24 luglio, è stata appesa all'interno della chiesetta della Madonna delle Nevi di Porossan in ricordo perenne del suo parroco più amato don Quinto Vacquin, nato il 5 maggio del 1938 a Brusson e morto il 14 febbraio del 2022. Una vita e una missione pastorale intensa la sua, poiché, arrivato a Porossan poco più che ventenne nel 1963, 4 anni dopo venne nominato parroco e subito si diede da fare, tanto che dal niente creò una cantoria con i più anziani della comunità e un oratorio per riunire i ragazzini. Fu anche il primo per quei tempi a tracciare un nuovo modo di essere un sacerdote tanto che, per non gravare sulla comunità, diventò un prete operaio lavorando prima alle pompe di un distributore di benzina e poi nella birreria di Pollein ed infine, fino ad arrivare all'età pensionabile, al vivaio regionale. Questo per poter vivere con il sudore della fronte, anche se mai vennero meno alla comunità la sua presenza e la sua missione pastorale. E' grazie a don Quinto e all'aiuto di chi cominciava a volergli bene che la vecchia chiesetta venne ristrutturata di sana pianta e costruita la casa parrocchiale con annessa sala dedicata ai giochi dei più piccoli. Mercoledì scorso, assieme all'attuale parroco don Aldo Armellin, c'era anche Claudio Leo Personnettaz, molto legato affettivamente a don Quinto, che ricorda come «Una guida spirituale, un parente, un amico ma soprattutto un Uomo che sapeva vederti dentro. E' sempre stato con noi, uno di noi e tuttora è nelle nostre vite».