Consegnato il piano Ernst&Young, tre ipotesi: continuità, società mista pubblico-privato e gestione totalmente privata
Continuità o affidamento della gestione a un soggetto terzo, da selezionare tramite gara: sono le due sole opzioni di governance concretamente perseguibili per il futuro del Casinò de la Vallée, secondo lo studio commissionato ad Ernst&Young da Finaosta. Il documento è stato consegnato nei giorni scorsi ai consiglieri regionali, che saranno quindi chiamati a esprimersi sul futuro della casa da gioco di Saint-Vincent e del complesso alberghiero. Lo studio indica che a prescindere dall'opzione che si intenderà attuare, in funzione della scadenza al 31 dicembre prossimo del periodo concordatario, è fondamentale indirizzare le azioni attuative del modello di governance ed organizzativo nel breve. L'obiettivo è arrivare a fine anno con il processo attuativo in fase sufficientemente avanzata, almeno in termini di comprensione delle possibili risposte del mercato rispetto all'opzione della concessione traslativa (cioè l'affidamento della gestione a un soggetto terzo), da selezionare tramite gara. Tra i punti di forza della concessione della gestione a terzi, in base allo studio c'è il fatto che il socio pubblico godrebbe di una totale «schermatura» rispetto alle attività operative e ai risultati delle stesse. Attività che sono di fatto di responsabilità del soggetto privato al quale si è esternalizzata la gestione operativa. Si tratterebbe di un incentivo per il soggetto terzo nell'attuare gli obiettivi definiti dal socio pubblico in modo efficiente, con relativi impatti sulle performance della casa da gioco e del valore generato per la collettività e per l'indotto.
Pur se teoricamente perseguibili, tre opzioni per il futuro della Casinò de la Vallée spa (casa da gioco più albergo) sono state scartate dall'analisi commissionata ad Ernst&Young. L' ipotesi di partnership commerciale causerebbe difficoltà nel definire e monitorare in modo univoco le responsabilità sulle performance tra le parti. Quella di una partnership societaria a maggioranza regionale avrebbe le necessità di definire il valore della società, con presenza di vincoli azionari, e di determinare accordi di governance vincolanti sul lungo periodo. La terza opzione, la cessione, viene scartata in funzione delle evidenze giuridico-normative legate alla non cedibilità a terzi di un'attività in deroga al codice penale.
Considerando ancora la gestione della partecipazione, nel caso di continuità con l'attuale modello ci sarebbe invece - sempre secondo lo studio Ernst&Young - la potenziale necessità di maggiore strutturazione del presidio della Regione sulla Casinò de la Vallée spa. Un bisogno dettato anche dall'attuazione del rilevante piano investimenti e delle azioni di rilancio da porre in essere. Guardando al personale, la continuità consentirebbe di mantenere l'attuale organico, che rappresenta per la società un valore. Tuttavia si dovrebbe far fronte a un ricambio generazionale dei croupier e a un incremento dei manager per attuare il piano investimenti. Il tutto rispettando i vincoli della legge Madia su assunzioni e incentivazioni. Regole a cui invece, in caso di affidamento della gestione a un terzo, l'operatore privato non dovrebbe sottostare, schermando il socio pubblico da ogni aspetto di potenziale rischio. Tra le criticità per la gestione di un privato vi potrebbero essere questioni relative all'occupazione, come un vincolo al non trasferimento. La gestione degli investimenti non presenta specifici punti di forza in caso di continuità, ma solo di debolezza: l'impegno finanziario diretto della Casinò de la Vallée spa per gestire gli investimenti e il rischio di essere sotto organico per gestirli. In caso di affidamento della gestione, invece, sarebbe il soggetto terzo ad occuparsi della copertura finanziaria e sullo stesso ricadrebbero eventuali rischi operativi. Se si trattasse di una holding, potrebbe sfruttare i propri uffici interni per alleggerire dal carico di lavoro quelli del Casinò. Andrebbero però definite le logiche di remunerazioni del capitale investito e quelle di ripartizione, tra privato e Regione, dei maggiori introiti derivanti dagli investimenti. In entrambi i casi - riporta lo studio di Ernst&Young - il piano investimenti potrà fare leva su una base di partenza rilevante per la propria copertura data dalle attuali risorse di cassa della società. Disponibilità con cui, nel caso di gestione esternalizzata, la Regione potrebbe costituire un fondo da utilizzare per co-finanziare il piano investimenti.
Fattore personale
Considerando l'andamento prospettico del costo del personale, l'attuale gestione pubblica rischierebbe di trovarsi di fronte a pressioni sindacali che potrebbero tornare a livelli «pre-concordato», con un effetto negativo sulla sostenibilità del piano di investimento. Allo stesso tempo, verrebbero massimizzati gli introiti, con un impatto positivo sulla collettività. Un gestore privato invece sarebbe incentivato a gestire i costi del personale in logica di mercato e impegnarsi a incrementare il volume d'affari. Tuttavia sulle sue casse peserebbero le decadi sugli introiti di gioco, i corrispettivi per l'utilizzo degli immobili ed eventuali altri schemi di redistribuzione.
Piano investimenti sostenibile
In base a una stima conservativa, si ottiene una generazione di cassa di 6,3 milioni l'anno. Il piano investimenti pari a circa 42 milioni, tenuto conto della cassa disponibile e del completo soddisfacimento dei debiti concordatari, risulta sostenibile: la Casinò de la Vallée spa a fine 2027 avrà in cassa 12 milioni di euro, pari alla soglia di liquidità di «sicurezza» per la continuità aziendale. I dati emergono dallo studio sul rilancio della casa da gioco valdostana commissionato a Ernst&Young da Finaosta. Ipotizzando invece una riduzione della generazione di cassa del 50 per cento, il piano investimenti non risulterebbe del tutto sostenibile: la cassa a fine 2027 arriverebbe a valori molto inferiori, circa 2,3 milioni di euro, rispetto alla soglia di sicurezza (circa 12 milioni), in funzione di eventi oggi non prevedibili. Una situazione che potrebbe verificarsi ad esempio, ipotizza Ernst&Young, nel caso di un incremento rilevante del costo del personale per fisiologiche richieste post-concordato o per la riduzione dei ricavi per contrazione della clientela Vip.
Emorragia croupier
Entro il 2030 dovrebbero lasciare per pensionamento il Casinò di Saint-Vincent 108 degli attuali 357 croupier, pari al 30,2 per cento. Il loro lavoro, emerge dallo studio sul rilancio della casa da gioco valdostana commissionato a Ernst&Young da Finaosta, è però fondamentale per mantenere la clientela Vip. Le attuali performance sugli introiti registrate dalla Casinò de la Vallée spa infatti sono fortemente connesse alla quota di questi clienti. Sono il 2 per cento del totale, «habitué» che spendono almeno 5.000 euro per ingresso e che sono fidelizzati alla casa da gioco anche per la qualità dei giochi lavorati. Persone soprattutto italiane, in parte anche francesi e svizzere, di età avanzata e per questo in fisiologica riduzione. Quindi - secondo lo studio - occorre mantenere gli attuali clienti vip e incrementare i flussi di quelli standard. La presenza dei clienti in grado di spendere cifre maggiori, e in generale l'attrattività del Casinò, è fortemente connessa alla qualità dei giochi offerti che vengono «lavorati» dai croupier, i quali devono avere un'adeguata formazione ed esperienza. Secondo Ernst&Young è strategico avviare un processo di sostituzione generazionale e formazione del personale di gioco per mantenere gli standard qualitativi e la relativa attrattività per i clienti più importanti.