“Il bracconiere e la ragazza che suonava il violino” In autunno il nuovo romanzo di Aimé Maquignaz

“Il bracconiere e la ragazza che suonava il violino” In autunno il nuovo romanzo di Aimé Maquignaz
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Sabato 29 giugno, a Firenze, la Gran Terrazza Belvedere di Palazzo Plus Florence ha fatto da cornice alla premiazione dei vincitori del Premium International Florence Seven Stars. Aimé Maquignaz di Cervinia ha ricevuto il premio per la narrativa per il suo ultimo libro intitolato “Il ritorno del lupo”. Il riconoscimento gli è stato consegnato dal professor Carlo Franza, storico dell’Arte moderna e contemporanea e giornalista.

Inoltre verrà pubblicato in autunno l’ultimo libro di Aimé Maquignaz dal titolo “Il bracconiere e la ragazza che suonava il violino” edito da Mondadori Piemme. La presentazione avverrà nella Libreria Mondadori in piazza Duomo a Milano.

«Oramai sto camminando verso l’imbrunire della vita - dichiara dichiara di Aimé Maquignaz - e ho deciso di dedicare il tempo che mi rimane a scrivere e soprattutto a dipingere, gustando così le emozioni che nascono dal meraviglioso mondo dei color».

In “Il bracconiere e la ragazza che suonava il violino” Aimé Maquignaz torna ai temi che gli sono più cari, ovvero quelli della montagna, della ricerca del senso della vita, della spiritualità e dell’amore per gli animali. Ma non solo. Nell’ultimo libro esplora il misterioso mondo dell’energia, il potere della musica, lo sciamanesimo e il buddismo.

I protagonisti del libro, il bracconiere e la ragazza che suonava il violino, raggiungono il Tibet durante l’invasione cinese, alla ricerca del mitico mondo di Shambala, terra dove regna la gioia e la felicità. Laggiù vengono a conoscenza dei grandi monasteri e della cultura delle popolazioni che vivono ai piedi dell’Everest.

Il periodo storico in cui si svolge il racconto è quello della Seconda Guerra Mondiale durante la lotta partigiana a Valtournenche e a Firenze e durante l’invasione cinese nel Tibet.

I protagonisti sono un bracconiere che non ha nome, Omayra, figlia di una sciamana anch’essa sciamana, l’amico di sempre Pio, lo sherpa Naran che vive ai piedi dell’Everest, Michel e Gemma che ospitano il bracconiere e la ragazza che suonava il violino a Zermatt, il dottor Babalaji, gestore di una bottega ad Alessandria d’Egitto e custode di antiche sapienze e pietre magiche, i monaci tibetani.

Le montagne citate nel libro sono il Cervino, l’Everest, e il monte Kailash. Quest’ultimo custodisce i segreti della nascita della vita e dell’universo: è infatti una montagna sacra, considerata dalle religioni orientali l’ombelico del mondo.

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