Il Comitato Val Ferret convoca Comune, Regione e Fondazione Montagna Sicura

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Appuntamento nel pomeriggio di lunedì prossimo, 15 luglio, in Municipio. Convocati Comune, Regione e Fondazione Montagna Sicura. I rappresentanti degli enti si troveranno di fronte il Comitato Val Ferret, presieduto da Marco Busanelli. Il comitato ha chiesto questo incontro «Perchè rappresentiamo 200 persone, tra proprietari ed esercenti della Val Ferret, e quindi vorremmo avere maggiori informazioni e soprattutto più coinvolgimento nelle dinamiche di ciò che sta accadendo» riferisce Marco Busanelli. Il riferimento è alle chiusure che a periodi alterni - e sempre più vicini - stanno caratterizzando quest’apertura di stagione turistica della Val Ferret. «Quando fa caldo il problema è il ghiacciaio di Planpincieux, quando piove invece è idrogeologico. In ogni caso ne derivano limitazioni forti e sulla effettiva pericolosità esiste ormai un diffuso sentimento che si sia tornati ad un allarmismo preventivo eccessivo. Però intanto le ripercussioni per le attività sono pesantissime» denuncia il Presidente del Comitato Val Ferret.

«Capisco benissimo che il Comune di Courmayeur si trovi, come dire, “all’angolo” di fronte ai bollettini giornalieri di Fondazione Montagna Sicura. Però è oggettivo che non vi sono adeguata sensibilità e tempestività nella comunicazioni. E scarsissimo coinvolgimento. Questa riunione abbiamo dovuto chiederla noi. Serve maggiore coinvolgimento soprattutto nei momenti emergenziali. Esistiamo dal 2019, i bollettini scientifici si basano su studi e approfondimenti che chiedemmo e ottenemmo noi, però in questi anni pensiamo che la situazione si sia evoluta. E allora secondo noi è necessario un aggiornamento di studi e scenari, in meglio o in peggio non importa» conclude Marco Busanelli.

Che la situazione sia triste lo confermano le voci degli operatori commerciali della zona.

«Gestione pessima, continuiamo a leggere dappertutto “Val Ferret chiusa”, invece è solo limitata. - afferma per esempio Marco Belfrond del Ristorante Miravalle di Planpincieux - La strada è stata chiusa venerdì e sabato scorsi per la pioggia, però era agibile il passaggio veicolare e pedonale della Montitta. Certo è una strada di disimpegno, brutta, con il semaforo. Però ci consente di non rimanere isolati e continuare a lavorare. Invece la gente legge “Val Ferret chiusa” e non viene più su. Poi capita pure che la strada principale viene riaperta, come è successo mercoledì scorso, senza dire niente a nessuno».

Marcella Biondi gestisce l’Hotel Chalet Val Ferret: «Non si può dire che è colpa del Comune, quale Sindaco darebbe parere contrario alla chiusura di fronte ai bollettini scientifici. I drammi di Cogne e Cervinia delle scorse settimane insegnano. Però per quanto mi riguarda, la mia attività si trova nei pressi di un passaggio cruciale del Tour du Mont Blanc, qui transitano mille persone al giorno, e quando le condizioni meteo peggiorano molti di questi rinunciano al Col Ferret. Però a questo punto se le autorità per gli stessi motivi decidono di chiudere la valle, devono pensare anche a come portare fuori dalla zona questi escursionisti. Il mio albergo è piccolo e non è sufficiente per risolvere questo problema».

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