Lavori di restauro per restituire all’antico splendore l’atrio del Vescovado ed i campanili della Cattedrale

Lavori di restauro per restituire all’antico splendore l’atrio del Vescovado ed i campanili della Cattedrale
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La parte iniziale di via Monseigneur De Sales è in grande fermento in questi giorni. Oltre ai lavori della Casa della carità, che prevedono il restauro dell’antica Prevostura, lunedì scorso - 8 luglio - è stata ultimata la posa dei ponteggi che sanciscono di fatto l’avvio dei lavori del primo dei 2 campanili della Cattedrale di Aosta, quello meridionale, proprio di fronte all’ingresso del Vescovado, da dove si ammira un andirivieni di maestranze, tanto che si varca il grande portone si entra in un mondo nuovo, tanto sono avanzati ed interessanti i lavori di restauro del vasto androne e dell’imponente scalone.

Un’iniziativa importante, resa possibile dalla sinergia tra la Diocesi di Aosta e la Soprintendenza regionale ai beni e alle attività culturali, con i costi coperti dall’8x1000 alla Chiesa Cattolica, dalla Regione e dalla Fondazione CRT. Gli ambienti oggetto dell’intervento, che comprende pure il corridoio di ingresso al primo piano, furono realizzati alla fine del XVIII secolo (dai documenti tra il 1785 e il 1790) per volontà di Monsignor Giuseppe Solaro di Villanova, Vescovo di Aosta dal 1784 al 1804, che aveva voluto donare un nuovo accesso più centrale e monumentale all’episcopio, rispetto al precedente situato al margine occidentale. Perciò quando Napoleone, primo console, nel maggio del 1800 si fermò a dormire in Vescovado ammirò proprio questi ambienti, da poco realizzati e che dopo oltre 2 secoli necessitavano di essere riportati all’origine. L’atrio da allora non ha subito particolari modifiche decorative a parte alcune sovrapposizioni che hanno cancellato la finezza dei dettagli, mentre la parte più bassa dell’androne, ad altezza uomo, ha subito manutenzioni più invasive che hanno pressoché estinto la fase originaria. A compromettere questa parte è stata anche l’umidità di risalita dal suolo, un problema risolto nel 2022 quando è stata realizzata una nuova pavimentazione con un vespaio aerato in sostituzione della precedente che posava direttamente sul terreno.

Lo scalone ha subito forse la modifica più rilevante (probabilmente nella prima metà dell’Ottocento) con la chiusura del loggiato occidentale - inglobando nella tamponatura la balaustra in pietra - su cui è stata realizzata la decorazione a stucco di una figura femminile la cui particolare iconografia farebbe far pensare alla rappresentazione della giustizia. Sempre nell’Ottocento venne decorata la balaustra in pietra con colorazioni che ne evidenziassero maggiormente il contrasto tra le cornici e le specchiature, le medesime parti sono state ulteriormente coperte nella seconda metà del secolo scorso con una tinteggiatura estesa a tutti gli ambienti interessati dal restauro.

Ora con l’intervento in corso viene restituito l’impianto artistico originario, riproponendo le decorazioni e le tinte individuate con le indagini stratigrafiche, restituendo vivacità agli stucchi rimuovendo lo strato pittorico successivo e riproponendo alcuni degli ornamenti perduti nella parte più bassa interpretando le poche tracce rimaste. Un’operazione, meno visibile ma molto importante, è quella del consolidamento delle parti in stucco muratura e la sigillatura delle numerose fessurazioni.

Il risultato è già adesso, che è stato ultimato il soffitto, di sicuro impatto, mentre proseguono alacremente i lavori condotti da uno staff di restauratori tanto che la conclusione dell’intervento è prevista nel prossimo mese di ottobre con l’inaugurazione e un incontro pubblico nel quale saranno presentati più dettagliatamente l’intervento nel suo complesso ed alcune curiosità che stanno emergendo proprio durante i lavori.

Campanili e abside, un restauro impegnativo

Coordinato dai progettisti, gli architetti Carlo Navillod e Chiara Cerutti, è iniziato da pochi giorni il complesso intervento che parte dal campanile meridionale e dall’abside della cattedrale aostana e che continuerà con la torre campanaria settentrionale, attraverso un nuovo progetto. Per il momento l’impegno di spesa è 556mila euro, anche in questo caso finanziato dall’8x1000 alla Chiesa Cattolica, dalla Regione e dalla Fondazione CRT. Siamo di fronte a un lavoro che non poteva più aspettare, vista la situazione di degrado del campanile sud, la cui datazione è stata possibile attraverso le analisi dendrocronologiche che hanno individuato dei legni risalenti all’anno mille. Poi chiaramente sono intervenuti vari interventi, che si sono succeduti nei secoli, causati pure da un fulmine che il 4 giugno del 1518 lo danneggiò, tanto da spiegare la ricostruzione in stile gotico della parte della torre corrispondente alla cella campanaria, fino all’installazione dell’orologio, in 2 quadranti. All’interno del campanile meridionale è presente una scala elicoidale in pietra che collega i vari livelli con pavimenti in larice e numerose sono le tracce interne delle originarie bifore.

«Il complesso edificato dei campanili e i corpi dell’area absidale - spiega l’architetto Carlo Navillod - nella sua essenza evidenzia, seppure con i rimaneggiamenti successivi, i caratteri tipici del romanico, con particolari elementi artistici di decorazione: le bifore, le monofore strombate con architrave con motivo a chiglia rovesciata e la fila di archetti pensili e lesene. E’ un complesso di una semplicità compositiva e decorativa di grande valore. La storia contenuta in quelle pietre lo rende altamente simbolico ed affascinante.»

E’ certo che per i campanili le indagini hanno evidenziato dei degradi per le coperture, le guglie e le superfici murarie contrappuntate dalle bifore, in particolare nelle zone maggiormente esposte agli agenti atmosferici, evidenziando il rischio di una amplificazione di tali degradi. Pertanto si attiverà una prima fase di messa in sicurezza, che tenga conto della particolarità della cella campanaria, con la struttura di sostegno delle campane, il sistema dell’orditura interna della guglia e dei soppalchi. Si procederà poi alla pulitura e al consolidamento degli intonaci, con una specifica attenzione alla riduzione della presenza dei cavi elettrici e al loro mascheramento.

La parte sommitale e la guglia del campanile presentano situazioni di degrado più critiche, probabilmente dovute alla maggiore esposizione agli agenti atmosferici: l’erosione delle superfici ha causato la perdita delle malte di rivestimento e le lose del tetto sono instabili, oltre che danneggiate, così come gli elementi metallici presenti, come le croci, che costituiscono delle ulteriori criticità.

«Gli interventi - evidenzia Carlo Navillod - sono finalizzati alla conservazione e al risanamento della muratura esterna ed interna in pietrame e degli intonaci, al contrasto all’umidità di risalita con prodotti specifici, al risanamento della guglia, al ripristino del coronamento del dispositivo di copertura e dei pinnacoli, al fissaggio degli elementi metallici della parte sommitale della guglia, al restauro dei soppalchi in legno e dell’orditura del tetto, al consolidamento della struttura di sostegno alle campane della cella campanaria.» Un grande cantiere, complesso ed importante, che restituirà sicurezza e bellezza ai 2 campanili simbolo della città, insieme a quello della collegiata di Sant’Orso.

I lavori di restauro in corso nell’androne del Vescovado e, a destra, i ponteggi attorno al campanile meridionale della Cattedrale di Aosta

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