«L’idroelettrico non sia preda, intervenga l'Ue» L’allarme del Ministro

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Nel 2029 scadrà la maggior parte delle concessioni idroelettriche in Italia, che saranno poi messe a gara, come richiesto dalla Commissione europea. Una data che preoccupa tutti gli imprenditori italiani del settore, ma non solo. "Non possiamo mettere il settore idroelettrico nazionale a gara pura con il rischio che cada nelle mani di soggetti esterni, anche molto seri, che si impadroniscono della nostra energia. L'Italia non può permetterselo, occorre riaprire il confronto con la Commissione europea". A lanciare l'allarme è stato il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto a Saint-Vincent alla seconda giornata - sabato scorso, 6 luglio - del Forum delle energie rinnovabili "Renewable Thinking", promosso dalla Cva in collaborazione con The European House - Ambrosetti. Secondo Pichetto tutto risale "al 2021, a un vincolo del Pnrr, che imponeva che tutto dovesse essere messo a bando". "C'era la convinzione generale - ha spiegato il Ministro - che tutto il mondo fosse mercato. Ma ora il quadro è del tutto diverso. La sfida energetica è una sfida verso l'Italia del futuro. Se vogliamo darne uno a questo Paese dobbiamo avere un quadro certo e un'energia in grado di competere". Con l'avvicinarsi del 2029, crescono le preoccupazioni delle aziende del settore, che temono una svolta verso la privatizzazione. "Non è possibile mettere un asset strategico come questo - osserva Giuseppe Argirò, amministratore delegato della Compagnia valdostana delle acque, tra i principali produttori nazionali del settore - in un quadro competitivo globale, non europeo. Così, anche una oil company può rilevare anche una piccola azienda idroelettrica italiana, magari una che produce appena 3GW, e da lì espandersi e compiere un'azione di greenwashing". Mentre in Valle d'Aosta si discute di opportunità e problematiche dell'energia rinnovabile, gli 80 milioni del Reddito energetico nazionale (che finanzia con un contributo la realizzazione di impianti fotovoltaici per le abitazioni di famiglie in condizione di disagio economico) destinati alle Regioni del Mezzogiorno sono già terminati. Sono state oltre diecimila le richieste di accesso al beneficio presentate da da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. "I numeri registrati nella prima giornata confermano la giusta direzione intrapresa: contrastare concretamente la povertà energetica e incrementare al contempo i benefici ambientali" ha detto Gilberto Pichetto Fratin.

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