Birra fatta in casa: Stefano Parenti di Aosta si classifica secondo a un concorso nazionale

Birra fatta in casa: Stefano Parenti di Aosta si classifica secondo a un concorso nazionale
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Farsi la birra in casa è una passione che in molti coltivano per qualche tempo. Almeno finché non si accorgono che i sorrisi stiracchiati degli amici - invitati ad assaggiare - rivelano più la cortesia che un vero apprezzamento. In alcuni casi, però, i risultati ci sono e portano a grandi soddisfazioni. E’ il caso del perito agrario di Aosta Stefano Parenti, agronomo nel centro agricolo per disabili di Ollignan, che sabato scorso, 1° giugno, si è classificato al secondo posto alla seconda edizione del concorso nazionale per “homebrewers” organizzato nell’ambito dell’evento “Sora Beer Park”, in provincia di Frosinone, dall'associazione Deep Street e sponsorizzato dalla ditta di materiale brassicolo Polsinelli Enologia.

«Avevo già partecipato lo scorso anno con una blanche belga, che si era piazzata decima su 26 concorrenti ed ero contento. - racconta Stefano Parenti, 51 anni, di origini toscane ma da 19 anni residente in Valle d’Aosta - Mai mi sarei aspettato un risultato del genere! Per concorrere bisogna inviare almeno 4 bottiglie di birra da 33 centilitri e io ho mandato una birra aromatizzata con le castagne valdostane della cooperativa Il Riccio di Lillianes. Si tratta di una birra a bassa fermentazione. Dopo una giornata di cotta è stata nel primo fermentatore per 2 settimane, poi l’ho travasata in un secondo fermentatore dove è rimasta 1 mese a 1 grado di temperatura per la cosiddetta “lagerizzazione”, dopodiché l’ho lasciata ancora 1 mese in bottiglia prima dell’assaggio. Il risultato, a mio gusto personale, era particolarmente buono» Stefano Parenti ha così conquistato il secondo posto tra le “birre speciali”, una delle 3 categorie in gara oltre a quelle riservate ai prodotti ad alta e a bassa fermentazione. I campioni in gara erano 31. Anche a Ollignan esiste un laboratorio brassicolo ma questa birra Stefano Parenti se l’è fatta nel piccolo laboratorio di casa propria. «Fare la birra in casa non è facile: ci vuole tempo e per questo è frustrante se poi il risultato finale è scadente. - prosegue - L’errore più frequente? Sbagliare la carbonazione con la conseguenza che la birra viene piatta e non schiumosa. Però mi capita sempre più di rado. E comunque non mi è mai capitato di buttarla via. Il mondo brassicolo ha mille sfaccettature, gli stili sono tanti e molto dipende dal gusto di ognuno. Questo bel risultato è naturalmente solo una soddisfazione personale: io non la vendo, la birra la faccio per me e per berla insieme ai miei amici».

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