Gina Lollobrigida, l'asta dei cimeli incassa oltre un milione: in Valle d’Aosta i Nastri d’argento del 1954 e 1965 della diva

Gina Lollobrigida, l'asta dei cimeli incassa oltre un milione: in Valle d’Aosta i Nastri d’argento del 1954 e 1965 della diva
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Un affetto senza tempo e senza confini per Gina Lollobrigida. La diva del cinema italiano e mondiale, scomparsa il 16 gennaio 2023, aveva disposto nelle sue ultime volontà la vendita all’asta dei suoi cimeli, curata dal notaio incaricato Vittorio Occorsio con il benestare degli eredi e l'autorizzazione del tribunale nell'ambito della procedura di liquidazione dell'eredità beneficiata, una volta risolta la nota diatriba con conseguente condanna di Andrea Piazzolla, una vicenda seguita da tutta Italia. Però probabilmente nessuno si attendeva un successo di proporzioni così ampie. L’asta infatti è durata quasi 11 ore, dalle 14 di martedì scorso, 28 maggio, tutti i 410 lotti messi all’incanto sono stati venduti, totalizzando un incasso complessivo di 1 milione e 144mila euro. Realizzata dalla casa d'aste Wannenes, nella sua sede genovese di Villa Carrega Cataldi, l'asta ha registrato il 100 per cento del venduto con una partecipazione eccezionale, visto che sono state più di 4.000 le persone collegate di 28 Paesi di tutto il mondo, tramite 5 piattaforme online e 12 linee telefoniche, oltre ad una sala gremita, a testimoniare il grande affetto che la figura di Gina Lollobrigida continua ancora a oggi a suscitare a livello internazionale.

Tra la scultura a lei dedicata di Giacomo Manzù (record d’asta a 125mila) e l’orologio al quarzo donatole da Fidel Castro, suo grande ammiratore, figuravano gioielli meravigliosi, quadri d’epoca, antiche cornici, icone, gli arredi preziosi della sua villa sull’Appia antica e poi i ricordi più intimi legati alla straordinaria carriera cinematografica.

E’ in tale contesto che un collezionista valdostano residente in Bassa Valle è riuscito ad aggiudicarsi 3 simboli della storia del cinematografia italiana, riuniti in un unico lotto. Si tratta dei Nastri d’argento assegnati dalla stampa cinematografica come migliore attrice a Gina Lollobrigida nel 1954 per il meraviglioso “Pane, amore e fantasia” e nel 1963 per lo sfarzoso “Venere imperiale”, nel quale interpretò Paolina Bonaparte, vincendo anche il David di Donatello, ai quali è stato aggiunto il Nastro d’argento alla carriera del 2022, attribuito in occasione del suo 95esimo compleanno.

Saranno pertanto conservati in Valle d’Aosta i 3 Nastri d’argento, tra i quali il più importante nella memoria collettiva degli italiani è senza dubbio quello ricevuto per il ruolo della Bersagliera in “Pane, amore e fantasia”, il film che consacrò Gina Lollobrigida come diva popolare ed amatissima nel nostro paese, come anche in Francia dove furono ben 4 milioni gli spettatori al cinema. Inserito nei “100 film italiani da salvare”, nominato agli Oscar come miglior soggetto nel 1955, ancora oggi 29esimo film più visto al cinema in Italia con quasi 11 milioni di ingressi paganti, campione di incassi nel 1953 e 1954, “Pane, amore e fantasia” in occasione dei Nastri d’argento consegnati a Roma giovedì 15 luglio 1954 venne superato dai 3 riconoscimenti per i “I vitelloni” (premiati Federico Fellini miglior regista, Alberto Sordi miglior attore non protagonista e la produzione PEG Film) e dai 2 per “Anni facili” (scenografia e Nino Taranto miglior attore protagonista). “Pane, amore e fantasia”, malgrado l’enorme successo di pubblico in tutto il mondo, ottenne come unico riconoscimento il premio alla miglior attrice protagonista Gina Lollobrigida, quel Nastro d’argento che rimarrà custodito tra le montagne valdostane a ricordo di una splendida interpretazione, che la fece diventare per tutti la Bersagliera, in un film che è entrato a fare parte della vita e dell’immaginario collettivo di generazioni di italiani, segnando un’epoca. D’altronde Gina Lollobrigida aveva un legame forte con la Valle d’Aosta, dove imparò a sciare a Cervinia con Leo Gasperl e fu protagonista di memorabili serate al Casino di Saint-Vincent, che nel 1953 la premiò per il suo ruolo ne “La provinciale” con la “Grolla d’Oro”, per lei il primo importante riconoscimento di una carriera costellata di successi.

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