A Charvensod i funerali di Casimiro Vallet E’ stato maresciallo del Corpo forestale
Si celebrano oggi, sabato 25, alle 14, nella chiesa parrocchiale di Santa Colomba, a Charvensod, i funerali di Casimiro Vallet, maresciallo del Corpo forestale in pensione, mancato giovedì scorso, 23 maggio, all’età di 85 anni dopo una vita dedicata alla famiglia, al lavoro e alla montagna.
Era nato il 7 febbraio del 1939 e aveva studiato in collegio al Piccolo Seminario di Aosta, un’esperienza che ha sempre considerato molto importante non solo per la propria istruzione ma anche per la formazione dei propri principi e valori. Il suo grande amore per la vita all’aria aperta nacque da giovane, fin da quando, per qualche tempo, fu operaio forestale nei cantieri di Aosta e di Charvensod ed imparò a conoscere i tempi della natura, le abitudini degli animali, le caratteristiche delle piante. Fu poi assunto alla Cogne ma in lui era sempre forte il richiamo dei monti: così nel 1964 lasciò il posto fisso e fece il concorso per diventare guardia forestale. Lo superò e fu assegnato alla stazione di Brusson. Proprio a Brusson conobbe la moglie Massimina Vacquin, che sposò nel giugno del 1966. Poiché all’epoca non si poteva prestare servizio nel paese del coniuge, Casimiro Vallet fu trasferito dapprima a Morgex dove rimase fino al 1971. Poco dopo, nonostante non fosse brigadiere, decise di partecipare al concorso per diventare maresciallo e sorprendentemente lo vinse, diventando così il più giovane maresciallo del Corpo forestale. Gli fu affidata la stazione di Pont- Saint-Martin e infine passò a dirigere quella di Nus, dove rimase sino alla pensione nel 1996. Il territorio da monitorare era vasto, copriva 5 comuni, «ma avevo dei bravissimi collaboratori e il lavoro era molto vario» raccontava nel libro “Veillà - Dialoghi fra generazioni in Valle d’Aosta” di Manuela Lucianaz. Svolse il suo lavoro con grande passione, occupandosi dell’organizzazione, facendo anche molto servizio esterno, conoscendo nel dettaglio tutti gli anfratti delle valli della zona. Durante gli anni di lavoro non sono mancati alcuni incidenti «Come quando finimmo, insieme a 2 guardie, in mezzo a una slavina mentre stavamo attraversando un canalone. Per fortuna io fui preso di striscio e riuscii a individuare e a recuperare i colleghi che invece erano stati completamente sepolti dalla neve». Tra gli episodi rimasti indelebili nella sua memoria, le uscite in montagna accompagnando papa Giovanni Paolo II nella riserva Turati, nel vallone di Saint-Marcel. «Nel 1996 gli dissi che si sarebbe trattato della mia ultima uscita di servizio e che pochi giorni dopo avrei lasciato la Forestale: volle darmi la sua benedizione e per me fu un gesto di grande emozione». Uomo di forte fede, una volta in pensione, con la famiglia è poi tornato a vivere a Charvensod, dedicandosi a fare il nonno, senza mai dimenticare l’amore per la pesca e per la montagna: un’estate salì sul Rutor per diciassette volte. Casimiro Vallet lascia la moglie Massimina Vacquin, i figli Viviana, Luca e Matteo ed i nipoti Sophie e Jean-Laurent Linty e Elias e Ismael Vallet.