Arvier: addio a Iris Alberti, la «maestra Caiazza» Con i fratelli diede vita al complessino del «Dora»
Si sono svolti nel pomeriggio di martedì scorso, 14 maggio, nella chiesa di San Sulpizio ad Avier i funerali di Albertina Alberti - meglio conosciuta come Iris Caiazza, il cognome del marito Enzo - venuta a mancare alla bella età di 103 anni.
La “maestra Caiazza” - come per anni è stata chiamata non solo ad Arvier, ma in buona parte della Valle d’Aosta - è nata il 18 marzo del 1921 a Bondeno, in provincia di Ferrara. Papà Francesco Alberti la voleva chiamare Iris, ma i funzionari dell’anagrafe dell’epoca non avevano grande dimestichezza con nomi così “esotici”. Ecco perché, sulla carta di identità, compariva il nome Albertina, che praticamente non è stato mai utilizzato nel corso dell’ultimo secolo. La famiglia Alberti si trasferì ad Aosta alla fine degli anni Venti: la mamma Prassede Po era una sarta, papà Francesco lavorava alla Cogne e nel tempo libero fabbricava contrabbassi. In quel piccolo appartamento di via Vevey, a due passi dalla Porta Praetoria, la musica era più che mai di casa. L’amore per le arti ha sempre contraddistinto anche Iris, che dopo la guerra aveva dato vita con i fratelli a un complesso che si esibiva in tante sale da ballo del capoluogo regionale e del circondario. Rolando Alberti alla fisarmonica, Roberto alla batteria, con Iris che si alternava al pianoforte e al microfono: soprattutto al “Dora” di Charvensod questo piccolo gruppo “di famiglia”, nelle domeniche pomeriggio della seconda metà degli anni Quaranta, aiutò parecchi giovani (e non solo) a dimenticare gli anni bui della guerra.
Diventata maestra elementare, Iris Alberti girò buona parte della regione insegnando i rudimenti della grammatica e della matematica a generazioni di studenti. Erano gli anni dove una istitutrice, alle scuole elementari, si prendeva in carico gli alunni di tutte le classi e insegnava di tutto un po’. Iris Alberti lo ha fatto a Emarèse e Sommarèse prima: durante la guerra era a Ville-sur-Sarre, più tardi si spostò a Plout di Saint-Marcel e infine a Gressan.
Nel 1957 si sposò con Enzo Caiazza, che lavorava alla centralina dell’Enel di Runaz di Avise. La coppia si spostò quindi in Alta Valle, nelle case che l’azienda idroelettrica possedeva nella vicina Arvier. Nel 1959 nacque l’unico figlio, Corrado, e più tardi Iris riuscì a trovare una cattedra nel paese che l’aveva ospitata e che non avrebbe abbandonato mai più.
Proprio ad Arvier gli ultimi studenti della sua lunga carriera la ricordano per il suo originale modo di rapportarsi con gli alunni. In un’epoca dove la severità era il metodo di insegnamento più in voga lei preferiva invogliare i suoi ragazzi a imparare con l’arte e la bellezza: finché la vista glielo ha permesso ha dipinto e divorato libri in quantità, gli stessi libri che leggeva ai suoi studenti con la classe di una navigata attrice di teatro.