«Il cambiamento climatico ha stravolto il ritmo naturale delle stagioni»

Stiamo assistendo a un profondo cambiamento climatico. Ci sono inverni miti con belle giornate quasi primaverili e primavere fredde e ventose, seguite da estate roventi e caldissime. Il sole è troppo forte e fa male, brucia la pelle e nel peggiore dei casi porta pure delle fastidiose malattie. Ricordo che quando ero piccolo a volte a metà novembre, e a volte anche ai Santi, c’era già la neve. Noi bambini eravamo tutti contenti e allora andavamo sulla mulattiera che va a Plout, a battere la pista. Alla sera si verificavano intense gelate. Noi andavamo su tutti i giorni a farci dellel belle discese con lo slittino. Partivamo da Plout e scendevamo molto veloci fino a Chevroz. La pista diventava ghiacciata e bisognava fare attenzione a non cadere e farsi male. Negli anni Settanta hanno iniziato a organizzare delle gare tra un paese e l’altro. Questo mi piaceva molto. Andavamo a provare la pista il giorno prima della gara per imparare il tracciato. Una volta sono andato a Morgex a fare una gara lungo la strada che porta al Colle San Carlo e sono arrivato undicesimo. Mi hanno regalato un libro ed ero molto contento. Mi ricordo un fatto curioso. Il 5 maggio del 1976 caddero 15 centimetri di neve abbattendo parecchi alberi. Fu necessario sgomberare la strada della collina dalle tante piante crollate sotto il peso della neve. Un evento anomalo per la stagione. Ricordo anche che le donne dovevano rompere il ghiaccio che si formava sulla vasca della fontana per riuscire a lavare i panni. Non avevano nemmeno i guanti. Bisognava lavare a mani nude nell’acqua gelida. Poverette, che vitaccia facevano allora. Di certo non c’erano le comodità che abbiamo oggi. La vita era dura, eppure adesso c’è gente che si lamenta di continuo e non apprezza nulla di ciò che ha. E ci sono persone che piangono sempre per nulla: non sono mai contente e vivono male perché non hanno fatto i sacrifici come i nostri vecchi.