Torino: il 75esimo della tragedia di Superga

Torino: il 75esimo della tragedia di Superga
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Oggi, sabato 4 maggio, ricorre il 75esimo anniversario della tragedia di Superga in cui morì il Grande Torino. Persero la vita 31 persone: 18 giocatori, dirigenti e tecnici, i membri dell’equipaggio e 3 giornalisti. L’incidente, per l’impatto dell’aereo G-212 Fiat trimotore-Elce che si schiantò contro il muro posteriore della Basilica, sarebbe avvenuta per un guasto all’altimetro in una giornata di pioggia battente, scarsa visibilità e forte vento. Il Torino era reduce da Lisbona, dove allo stadio da Luz martedì 3 aveva disputato un’amichevole con il Benfica di Francisco Ferreira. L’incidente aereo di mercoledì 4 maggio 1949 cancellò la più forte squadra del calcio italiano e una tra le più forti al mondo, come unanimemente riconosciuto per i suoi record, di cui i più significativi sono: 10 giocatori in una partita della Nazionale (vittoria 3 a 2 con l’Ungheria di Ferenc Puskas l’11 maggio 1947 al Comunale di Torino), l’imbattibilità dello Stadio Filadelfia durata dal gennaio del 1943 al maggio del 1949, i 16 punti di distacco sulla seconda nel campionato 1947/48, con 2 punti assegnati per la vittoria.

In occasione dell’odierno 75esimo anniversario della tragedia ricordiamo il Grande Torino nell’incontro amichevole con l’Aosta, giocato allo Stadio Comunale su un terreno parzialmente innevato mercoledì 26 dicembre 1945. Di quella partita l’ala destra rossonera Giacomo Pession, marcato da Virgilio Maroso, disse di averlo sovente rincorso nelle discese sulla fascia. Cosa normale oggi con i terzini fluidificanti, molto meno allora. E alla vigilia di quell’attesa partita diretta dall’arbitro Olivo Carniolo - 3.000 gli spettatori - il centromediano Dialma Artuso disse ai suoi compagni di lavoro alla Cogne che non avrebbe fatto toccare palla a Guglielmo Gabetto. A quell’affermazione ci fu chi gli fece notare che il “barone” era anche il centravanti della Nazionale, ma il difensore rossonero sicuro replicò: ”Domani vedrete”. Dovette, però, ricredersi perché quel folletto tutto finte e scatti lo fece penare sul terreno di gioco dal fondo allentato. L’incontrò finì 6 a 0 per i granata, con 3 gol di Oreste Guaraldo, uno di Gabetto, Franco Ossola e Giuseppe Grezar.

Dopo la tragedia di Superga, da Dino Buzzati a Giorgio Bocca, da Carlo Bergoglio a Candido Cannavò, da Giglio Panza a Gianni Ranieri sono stati molti gli illustri giornalisti a ricordare il Grande Torino, ma è stato soprattutto Indro Montanelli nell’articolo “Nel grande stadio dell’aldilà Mazzola passa a Gabetto” a creare commozione con le parole: ”Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta”. Oggi, sabato 4, il Giro d’Italia onora il Grande Torino nella prima tappa Venaria Reale-Torino di 143 km, e nella notte della città sabauda la Mole Antonelliana si tingerà di granata.

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