Tassa di soggiorno, «La riscossione con le piattaforme online non è prevista per tutelare gli operatori»

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Dopo le accuse di Valle d’Aosta Aperta rispetto alle criticità degli host valdostani di affitti brevi («Non si comprende per quale motivo l'Assessorato al Turismo non ha previsto che la piattaforma online "locazioni turistiche" predisposta da Inva gestisse anche gli adempimenti relativi alla tassa di soggiorno. Non solo non ha permesso una semplificazione, ma addirittura un aumento di burocrazia»), ecco le precisazioni dell’Assessorato del Turismo. «In Valle d’Aosta l’imposta di soggiorno viene riscossa direttamente dai gestori delle strutture ricettive e degli alloggi ad uso turistico, mentre non è prevista la riscossione per il tramite delle piattaforme» si legge in una nota. Attualmente «nessun Comune valdostano ha stipulato convenzioni con portali telematici per la riscossione dell’imposta».

Una scelta «definita con la legge regionale numero 10 del 2023, che è stato possibile adottare anche per effetto della nostra condizione di Regione autonoma» e che «è stata condivisa con i Comuni», al fine «di avere una corretta applicazione e controllo dell’imposta, a beneficio degli operatori e dei loro ospiti». In questi giorni, prosegue la nota, ad ogni locatore e ad ogni operatore turistico-ricettivo è stata inviata una mail per evidenziare il funzionamento dell’imposta - le modalità di riscossione sono in vigore dal 1° maggio - e fornire l’importo delle tariffe.

«Si è in particolare evidenziato che nonostante il portale Airbnb abbia fornito indicazioni diverse a livello nazionale, in Valle d’Aosta nessun portale telematico può riscuotere dagli ospiti delle strutture turistico-ricettive e degli alloggi ad uso turistico l’imposta di soggiorno in nome e per conto dei loro gestori».

«La scelta del legislatore regionale rende l’applicazione dell’imposta non solo più sicura dal punto di vista della verifica e tracciabilità degli importi e dell’applicazione delle esenzioni e riduzioni previste, ma anche più semplice per la maggior parte degli utenti, che diversamente, specialmente per chi opera su più canali e più piattaforme, si troverebbero ad avere diverse modalità di versamento con il rischio di inadempimenti che si ripercuoterebbero su di loro con tutte le conseguenze sanzionatorie».

«Affidandosi ad una piattaforma che gestisce il processo in modo centralizzato, - sostiene ancora la Regione - il rischio di incorrere in problemi di applicazione o addirittura di parziale evasione dell’imposta non è trascurabile, e in questo caso le difficoltà e gli oneri ricadrebbero in gran parte sugli operatori, che potrebbero trovarsi a gestire dei reclami degli utenti o addirittura dei provvedimenti di accertamento da parte dei Comuni».

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