Vallone del Grauson, il Comitato: «Vogliamo conoscere la sentenza»
Torna alla carica il comitato «Salviamo il Vallone di Grauson». Lo stesso che l’anno scorso aveva segnalato l’intervento di un mezzo meccanico che aveva sbancato, probabilmente durante la notte tra venerdì 11 e sabato 12 agosto, della terra per creare un passaggio carrabile nel Vallone del Grauson, sopra Cogne, vicino alle baite di Ecloseur.
Il Comune di Cogne aveva denunciato l'accaduto alle forze dell'ordine, «intervenute per i sopralluoghi di rito».
Ora il comitato si pone l’obiettivo di tenere i riflettori accesi sulla vicenda, la «realizzazione di una strada di circa 30 metri, larga 4,5 in un tratto precedentemente integro del vallone», sbancamento avvenuto «con l’intento di eliminare una barriera naturale al transito dei veicoli» si legge in una nota diffusa nei giorni scorsi. «Da anni si susseguono azioni abusive volte a realizzare, un po’ per volta, una pista non autorizzata di accesso al Vallone. A seguito dell’ennesimo sfregio, l’amministrazione comunale si è vista obbligata a sporgere una denuncia contro ignoti. La comunicazione al Corpo Forestale Regionale è avvenuta il 12 agosto 2023. Ad oggi nessuna informazione in merito al procedimento è stata diffusa dall’Amministrazione, quasi non fosse interesse della collettività conoscerne l’esito! Anche a fronte di richieste formalmente inoltrate dal Comitato scrivente al Comune, lo stesso non ha fornito alcuna risposta sebbene la sentenza sia stata depositata il 13 febbraio 2024».
Venerdì 22 marzo scorso, in Consiglio Valle, Erika Guichardaz - consigliera regionale di Progetto Civico Progressista - ha proposto una interrogazione sulla questione, chiedendo - tra le altre cose - se fosse concluso il procedimento penale e «cosa intendesse la Regione quando nel 2009 aveva previsto che fosse realizzata una barriera fissa, con il ripristino della muratura preesistente al termine del tratto di poderale allora realizzato e quale fosse la funzione della barriera prevista».
Le risposte dell’assessore Marco Carrel non sono state ritenute soddisfacenti dal Comitato: «Non si conosce l’esito della sentenza; chiunque può transitare, anche al di fuori delle strade poderali, laddove può vantare il possesso di un qualsivoglia terreno, rudere o quant’altro; la questione è di natura privatistica e pertanto nulla può fare il Corpo Forestale» se le persone che transitano possiedono una motivazione «tra quelle previste dalla datata legge regionale 22 aprile 1985, numero 17».
Alla luce di tutto questo il Comitato ritiene «che i cittadini debbano essere informati dell’iter successivo alla denuncia; che sia inaccettabile, che dopo oltre un mese e mezzo dalla sentenza, nessun tipo di informazione sia stata fornita ai cittadini». Giudica quindi «Incomprensibile che l’Assessore all’Agricoltura non sia riuscito ad ottenere alcuna notizia sull’esito del procedimento, benché questo fosse ormai depositato da tempo» e «Preoccupante che il Corpo Forestale ritenga di difficile interpretazione il contenuto della delibera del 2009 la quale impone espressamente, in modo inequivocabile, la realizzazione di una “barriera” quale ostacolo al transito». E infine ritiene «che la legge regionale 22 aprile 1985, numero 17, sulla disciplina delle strade poderali sia oggi inadeguata».