Scoppia la polemica sull’invalido sfrattato dall’Arer per morosità
La mattina di martedì scorso, 16 aprile, sono intervenuti gli agenti della Polizia Locale per eseguire lo sfratto da una casa popolare dell’Arer in località Croix Noire, nel Quartiere Dora di Aosta. L’inquilino - Fabrizio Lovato, 65 anni, afflitto da una patologia invalidante, irreversibile e ingravescente, che lo costringe in carrozzella - non ha aperto la porta agli agenti e ai funzionari Arer, che perciò hanno fatto intervenire un fabbro per poter entrare nell’abitazione. Lo sfratto è contestato da Fabrizio Lovato che, assistito dall’avvocato Pasquale Siciliano, aveva presentato, al momento della notifica, opposizione al provvedimento. Fabrizio Lovato è entrato in quell’abitazione nel 2016 in emergenza abitativa e poi è passato in regime di “edilizia convenzionata”. Secondo l’Arer non ci può più stare perché a fronte di un canone mensile complessivo affitto a cui si aggiungono le spese di 1.000 euro lui ne paga soltanto 400 e ha accumulato un debito di circa 40mila euro. Però Fabrizio Lovato sostiene di aver speso 10mila euro per lavori di adeguamento della casa alle sue esigenze e di aver ceduto tale credito - per un totale di circa 10mila euro - all’agenzia. Però, sin dal suo ingresso, l’alloggio ha presentato problemi - come alcune serpentine del riscaldamento a pavimento bloccate - che non sarebbero mai stati risolti, nonostante ogni volta lui lo abbia segnalato con tanto di raccomandate. Tuttavia l'Arer ha avviato la procedura di sfratto. Una prima udienza si è svolta meno di un mese fa al Tribunale di Aosta. In quell'occasione il Giudice ha rinviato la decisione sul merito dello sfratto senza annunciare una data precisa di sentenza, ma non lo ha sospeso. L’uomo, vista la sua condizione, non è stato portato fuori di casa, ma agenti della Polizia Locale e funzionari hanno fatto cambiare la serratura dell’alloggio, senza consegnare le nuove chiavi, perché altrimenti sarebbe stato come legittimarne l’occupazione. Una procedura contestata dall’avvocato Pasquale Siciliano che annuncia denunce per l’accaduto.
La vicenda è stata portata all’attenzione del Consiglio Valle dalla Lega Vallée d’Aoste. «Più volte abbiamo segnalato numerosi casi che evidenziano, laddove ce ne fosse ancora bisogno, la disumanità con cui Arer. agisce nei confronti di persone con fragilità, siano esse fisiche o economiche. Questo ennesimo caso, che si accompagna a decine di altri, altrettanto gravi, non può rimanere impunito. Chi ha sbagliato e continua a farlo, considerando le case popolari alla stregua di beni di lusso, dimenticandosi che sta operando con persone con profonde fragilità, deve pagare e caro, ed i vertici di Arer devono rispondere, assieme all’assessorato alle Politiche Sociali, della disperazione in cui stanno gettando decine di famiglie».