Operaio ucciso da un rimorchio, i datori di lavoro patteggiano

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Martedì scorso, 16 aprile, il procedimento penale per la morte di Salvatore Esposito, deceduto in un incidente sul lavoro, si è chiuso con 3 patteggiamenti a 8 mesi di reclusione ciascuno (pena sospesa). L’operaio 61enne di Nus è stato travolto e ucciso dalla rampa di un semirimorchio a Chambave il 3 marzo 2022. Il Giudice dell’udienza preliminare ha applicato la pena nei confronti di Carmela Anna Esposito, sorella della vittima, Simone Vona e Daniela Vona, che erano imputati per omicidio colposo come amministratori della Nuova Engeco, l’azienda valdostana per la quale lavorava l’uomo. I tre erano difesi dagli avvocati Enrico Scolari e Marianna Sereno. L'accusa, sostenuta dal pm Francesco Pizzato, faceva riferimento alla mancata valutazione del rischio e alla mancata formazione del lavoratore, che non era dipendente dell'azienda. Giovedì 21 marzo scorso il Giudice monocratico del tribunale di Aosta aveva condannato a 8 mesi di reclusione Franco De Filippi, 81 anni, nato a Carrù, in provincia di Cuneo, amministratore della società del cuneese che costruì il semirimorchio. Difeso dall'avvocato Mario Vittorio Bruno, era accusato di omicidio colposo perché secondo la Procura di Aosta aveva messo in commercio un veicolo con vizi di costruzione. Salvatore Esposito era stato trasportato d'urgenza all'ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta, dove era morto poco dopo l'incidente.

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