Le socie della cooperativa Lou Dzeut al contrattacco “Chiediamo solo di lavorare, perché questo accanimento?”

Le socie della cooperativa Lou Dzeut al contrattacco “Chiediamo solo di lavorare, perché questo accanimento?”
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«Non capiamo tutto questo accanimento nei nostri confronti. A chi giovano queste continue polemiche? Noi chiediamo solo di poter lavorare e il trasferimento di parte della produzione a Donnas è indispensabile per continuare a esistere. Se vogliono farci chiudere lo dicano chiaramente». Passano al contrattacco le socie della cooperativa Lou Dzeut di Champorcher a seguito dell’ennesima interpellanza sull’argomento discussa in Consiglio Valle mercoledì scorso, 3 aprile.

Il “nodo” dei contributi

L’interpellanza presentata da Chiara Minelli verteva in particolare sulla conformità della domanda di contributo da circa 25mila euro (che permetteranno di acquistare 2 nuovi telai) - accolta dal Gal - a favore della cooperativa e tornava a chiedere se il futuro assetto de Lou Dzeut sia compatibile con il contributo regionale da circa 50mila euro annui elargito in base alla legge regionale 44 del 1991. In particolare su questo secondo argomento, la contestazione alla cooperativa è quella di avere l’intenzione di spostare a Donnas la maggior parte della produzione, con una conseguente - si legge nell’interpellanza - «“diminutio” per la comunità di Champorcher che nel tempo ha tenacemente conservato e tramandato la lavorazione della sua “teila de meison”». Proprio per evitare questo era stata promossa una raccolta di firme contro lo spostamento che ha raccolto circa 600 adesioni.

«La legge 44 del 91 promuove la lavorazione della fibra di canapa “a” Champorcher e non “di” Champorcher. - ha ricordato Chiara Minelli - E’ solo una preposizione ma il significato cambia completamente».

«L’Ufficio Artigianato al momento dell’erogazione del contributo ai sensi della legge 44 del 1991 controllerà, anche con ispezioni in loco, che sussistano le condizioni, con particolare riferimento al mantenimento della sede legale e operativa a Champorcher. - ha risposto l’assessore allo Sviluppo economico Luigi Bertschy - Quello del Gal è un procedimento distinto ed è stato valutato in altra sede: l’Amministrazione regionale non ha titolo per sindacare sulle scelte operative di un operatore privato, nel caso specifico in ordine al numero di telai acquisiti. Il nuovo assetto, qualora rispettoso delle prescrizioni previste dal verbale del comitato tecnico, potrebbe essere un elemento di sviluppo della cooperativa nel rispetto della tradizione come condiviso nel corso di numerosi incontri avvenuti anche a Champorcher. La prima cosa importante per mantenere il nome de Lou Dzeut e della cooperativa di Champorcher è che essa prosegua la sua attività ed è in questa direzione che dovremmo tutti quanti lavorare, cercando di valorizzare la comunità di Champorcher e gli investimenti fatti dal Comune su Maison de Thomas ma allo stesso tempo tutelando la sopravvivenza della cooperativa. La Regione non erogherà risorse se non come previsto dalla legge o come da modifiche della legge che interverranno nel tempo».

«Io credo che i controlli vadano fatti non solo “post” ma anche “ante”. - ha replicato Chiara Minelli - Condivido che l’obiettivo di tutti deve essere quello che la cooperativa possa andare avanti e avere un futuro. Nessuno, nemmeno il comitato di Champorcher, ha mai contestato che la cooperativa potesse trasferire parte della produzione e un punto vendita a Donnas. Il problema nasce se se ne sposta la parte maggioritaria, perché a quel punto non sarà più un’attività che valorizzerà la comunità di Champorcher. E su questo devono riflettere sia la cooperativa sia chi deve sostenere la cooperativa sulla base di una legge che dice cose precise».

L’amarezza delle socie«L’apertura di una sede più grande a Donnas è una scelta di sopravvivenza. Altrimenti saremmo costrette a chiudere» dicono chiaro e tondo, e senza nascondere l’amarezza per le polemiche, la presidente de Lou Dzeut Mariagiovanna Casagrande, la vicepresidente Annamaria Bacolla, la socia Marilena Zurletti e la nuova dipendente Bruna Baudin, che compongono la cooperativa insieme alle socie Silvana Macciò, Laura Bosonin e Borja Blesila. «Il Comune di Champorcher ci mette a disposizione la Maison de Thomas che è bella ma più piccola dell’attuale sede, che dobbiamo lasciare entro giugno perché il rumore dei telai crea disturbo agli altri inquilini. - ricordano - Rimarremo anche a Champorcher: alla Maison de Thomas sarà collocato il telaio storico ma un secondo telaio non può stare e non ci sono spazi né per il magazzino né per un deposito. Ci saranno una zona produttiva e un punto vendita però è indispensabile avere anche una sede più grande! A Donnas vi sarà la possibilità di diversificare le dimensioni della tela (vi saranno collocati il grande telaio già esistente e altri 2 nuovi, più piccoli ndr), di attirare nuove leve e di organizzare corsi. Noi siamo un’azienda e, come tutte le aziende, dobbiamo fare le scelte necessarie per migliorare la produzione, per diversificarla come richiede il mercato. Se abbiamo richieste a livello nazionale, se abbiamo lavorato per Fendi e prodotto le casule della Basilica di Assisi è perché abbiamo saputo valorizzare e attualizzare la tradizione. La sede nell’ex Municipio di Donnas sarà sul percorso della Via Francigena e del Cammino Balteo, vicina al Forte di Bard e al casello autostradale, molto più accessibile di quella in cui siamo state finora e in cui negli ultimi 9 mesi sono entrate 851 persone e naturalmente non tutte hanno effettuato acquisti. A marzo abbiamo avuto appena 34 ingressi. Ci sono giorni in cui non entra nessuno. Da 10 anni chiediamo al Comune di Champorcher locali più grandi: nel 2015 il Consigliò comunale bocciò una nostra richiesta in tal senso e tra coloro che si opposero c’erano anche alcuni promotori dell’attuale raccolta firme contro l’apertura della sede di Donnas». «In quel momento non c’erano locali adeguati ma era stata pensata già allora l’assegnazione della Maison de Thomas» replica Fausta Baudin, tra i promotori della raccolta di firme.

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