Commemorato il venticinquesimo anniversario dell’incendio nel Tunnel del Monte Bianco
La mattina di domenica scorsa, 24 marzo, è stato commemorato sul piazzale Traforo del Monte Bianco il rogo che 25 anni fa provocò la morte di di 39 persone. Tra le vittime anche 6 valdostani: i coniugi Maurilio “Nadio” Bovard, sua moglie Nadia Pascal e loro figlia Katia di Quart sulla cui auto viaggiava anche il fratello di Nadia, Valter Pascal di La Salle, e Stefano Manno di Jovençan che era al volante di un camion. A loro va aggiunto Pierlucio Tinazzi, detto Spadino per via della corporatura esile, il motard dipendente della Società italiana di gestione del tunnel che sacrificò la sua vita nel tentativo di salvare le persone rimaste imprigionate nella galleria. A innescare il tragico rogo fu l’autoarticolato Volvo FH12 carico di farina e margarina, entrato dal versante francese e diretto in Italia, guidato dal belga Gilbert Degrave. Alle 10.47 il veicolo prese improvvisamente fuoco, costringendo Degrave a fermarsi dentro al tunnel, creando un ingorgo. L'incendio fu domato all'incirca 53 ore dopo, poiché le fiamme, per via dei materiali combustibili presenti, si erano ampliate per l'effetto forno che si era venuto a creare, raggiungendo quindi vastissime proporzioni. La schiuma di poliuretano usata per la coibentazione del camion frigorifero belga che causò l'incidente, incendiandosi si trasformò in acido di cianuro, uccidendo in breve tempo 39 persone.
Alle 10.56 di domenica scorsa, sul piazzale del traforo del Monte Bianco, è risuonata la sirena di allarme come il 24 marzo 1999. Quindi è stato osservato un minuto di silenzio e poi una corona di fiori è stata deposta davanti al monumento che ricorda le vittime di una delle più grandi tragedie della storia valdostana. Tra le tante autorità presenti, vi era anche il presidente della Regione Renzo Testolin che ha voluto nell’occasione richiamare l’attenzione sul tema della sicurezza dei trafori internazionali e a tal proposito ha auspicato la realizzazione di una seconda canna.