Il campo polivalente di regione Tzamberlet ad Aosta sarà intitolato a Giorgio Dal Monte
L’assessore allo Sport del Comune di Aosta Alina Sapinet ha annunciato che il campo polivalente di regione Tzamberlet sarà intitolato a Giorgio Dal Monte, ex calciatore di Aosta, Genoa e Milan. Ricordiamo la vita del campione aostano, scomparso il 15 agosto 1992.
Giorgio Dal Monte, ovvero il bel sogno di un giovane che diventa realtà. Tutto comincia nel dopoguerra sul ”vecchio prato della fiera” ad Aosta, dove ogni giorno molti ragazzi giocano a pallone cercando di emulare le prodezze dei campioni, raccontate la domenica alla radio dalla voce trascinante di Nicolò Carosio. E tra quei ragazzi c’è Giorgio: corporatura massiccia, il tocco di palla non raffinato, ma una potenza dirompente nelle fasce muscolari. Cresciuto, gioca e si mette in luce nel torneo aziendale della Cogne, tanto che l’Aosta pronta a salire in serie C lo prende e affianca a Chiarle, Barenghi, Segato. E dopo un’ottantina di gol in cinque stagioni, Giorgio nel ’52 lascia la Valle per giocare nel Genoa in serie B, assieme a Franzosi, Becattini, Carapellese. Il vecchio grifone rossoblu - allora la società più scudettata d’Italia - sospinto dal ribollente tifo della gradinata Nord a Marassi e grazie anche alle 8 reti dell’ala aostana ritorna nel massimo campionato. Ma l’ascesa di Giorgio Dal Monte nell’Olimpo del calcio italiano non si ferma. Siamo nel luglio torrido del ’55 e il Milan, fresco campione d’Italia, nota quell’ala che soprattutto con il sinistro calcia fortissimo. Per vestirlo di rossonero il presidente Angelo Rizzoli sborsa 40 milioni e lo affianca a fuoriclasse come Schiaffino, Liedholm e Nordahl. Giorgio nel Milan tocca l’apice della carriera, soprattutto quando in Coppa dei Campioni gioca contro il Real Madrid di Di Stefano e segna una doppietta, con la platea di San Siro che si infiamma ai suoi gol. E nel ’56 prova la gioia dell’esordio in Nazionale, quella dei Cadetti, a Marsiglia: l’inno di Mameli che riempie di vanto, l’emozione della prima volta, la mente che rincorre care immagini lontane. E dopo il Milan il ritorno a Genova - di nuovo in maglia rossoblu per alcune stagioni -, prima d’imboccare il viale del tramonto, la parabola della carriera, il momento più triste di ogni atleta. Il 15 agosto 1992, in un giorno svuotato dall’afa e dalle ferie, compare ad Aosta il manifesto mortuario dell’ex campione di serie A, che aveva tirato i primi calci al pallone vicino all’Arco d’Augusto e in seguito entusiasmato i tifosi per le sue le giocate possenti e spettacolari sul prato dello stadio Comunale di Aosta. “Roccia Dal Monte, nato per il gol”. Così, aveva scritto di lui il grande cronista sportivo Emilio De Martino.