Dal siero della Fontina un cerotto per la cura delle lesioni della pelle

Dal siero della Fontina un cerotto per la cura delle lesioni della pelle
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Il siero della Fontina da scarto a risorsa cosmetica e farmacologica. L’innovativo progetto “Salutederm” è stato presentato martedì scorso, 19 marzo, nel salone Joseph Vaudan dell’Institut Agricole Régional, ad Aosta. Relatori sono stati Fabio Bianco della società NeuroZone (capofila dell’iniziativa), la responsabile scientifica dell’Institut Agricole Régional Sabina Valentini, Giuseppe Caragnano della Fondazione Links ed Enrico Manini della ThallosJet. Hanno partecipato all’incontro anche gli assessori regionali allo Sviluppo economico Luigi Bertschy e all’Agricoltura Marco Carrel.

L’innovativa tecnologia prevede la trasformazione del siero derivante dalla produzione della Fontina - un sottoprodotto che normalmente viene smaltito - in un principio attivo rilasciato tramite un cerotto per favorire la guarigione di lesioni cutanee.

Nato dalle costole dei progetti Heart VdA e TypicAlp di cui l’Institut Agricole è stato capofila negli scorsi anni, il progetto è il principale aggiudicatario del finanziamento concesso a valere sul bando Aggregazioni R&S Salute pubblicato dalla Regione. Il piano di sviluppo di Salutederm ha una durata di 24 mesi e ha ottenuto un budget totale di 767mila euro.

«I 2 precedenti progetti avevano portato alla messa a punto di un principio attivo partendo dal siero di produzione della Fontina ed arrivando fino alla sua brevettazione, di proprietà dell’Institut stesso e della Regione. - spiega Sabina Valentini - Il partenariato di “Salutederm” è costituito da 4 enti - 2 aziende valdostane e 2 centri di ricerca della Regione - che collaborano e lavorano per la realizzazione di obiettivi specifici. Capofila è NeuroZone che non è nata in Valle d’Aosta ma che qui ha posto la sua sede operativa perché crede nella potenzialità della regione nel campo dell’innovazione e della ricerca. Il suo ambito di azione è quello biomedicale, quindi le sue competenze saranno nell’ambito della validazione del dispositivo medico che verrà realizzato. L’altro partner aziendale è ThallosJet di Pont-Saint-Martin la quale ha come focus un’attività legata all’innovazione del “printing” e che ha messo a punto una tecnica che consente di iniettare un fluido su una qualsiasi superficie e che in questo specifico contesto opererà insieme all’Institut per mettere a punto un fluido - a partire dal principio attivo brevettato - che dovrà poi essere depositato su una struttura biocompatibile che verrà anch’essa predisposta all’interno del progetto in questione. Gli ultimi 2 partner sono appunto l’Institut Agricole Régional e la Fondazione Links: l’Institut da oltre 40 anni conduce ricerca applicata nell’ambito agro-alimentare e lavora per la valorizzazione e la caratterizzazione delle materie prime dei prodotti locali e metterà a disposizione il brevetto del principio attivo. Infine, la Fondazione Links ha competenza nel settore delle tecnologie digitali, lavorerà alla progettazione e sviluppo - utilizzando anche metodologie di Intelligenza Artificiale - di un dispositivo per la diagnosi e la prevenzione, e quindi anche la cura, di lesioni cutanee. Sarà questo un dispositivo, che potrà aiutare i dermatologi nella diagnosi di lesioni della pelle».

«Un aspetto molto importante dell’iniziativa è rappresentato dalla valorizzazione degli scarti della filiera agro-alimentare, più precisamente di quella lattiero-casearia, che in questo caso sono costituiti proprio dal siero che normalmente viene smaltito come rifiuto con dei costi non indifferenti a carico delle aziende. - prosegue Sabina Valentini - Un prodotto dunque che verrà fatto rinascere per una sua applicazione nei settori cosmetico a farmacologico, visto che si è rivelato, da studi condotti in vitro in collaborazione con l’Università di Torino, essere potenzialmente bioattivo nella guarigione delle ferite. Un prodotto a chilometro zero che potrà dare nuove possibilità di business sul territorio ed inoltre essere di interesse nazionale ed internazionale. Tutto questo si calerà anche nella strategia europea “green” di riduzione degli scarti per farli rinascere in prodotti alternativi e innovativi che abbiano sbocchi commerciali».

Per altre informazioni su questo progetto si può scrivere ai seguenti indirizzi di posta elettronica: s.valentini@iaraosta.it; fabio.bianco@neuro-zone.com; enrico.manini@thallosjet.com; giuseppe.caragnano@linksfoundation.com.

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