Il timo
Il Timo è una pianta appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. Anticamente originario dell’area del Mediterraneo è molto diffuso in tutta la nostra regione e utilizzato da secoli per scopi culinari, ornamentali, come anche medicinali.
In Valle d’Aosta sono conosciute e utilizzate soprattutto due varietà: il Thymus vulgaris e il Thymus serpyllum. Il primo cresce spontaneamente soprattutto nella valle centrale, in particolare da Quart a Saint-Vincent e si presenta come un piccolo arbusto con ramificazioni legnose e con fiori dal bianco al rosa. Il secondo è una pianta dalla forma più erbacea, serpyllum appunto perché serpeggia a terra, con i suoi fusti verdi, sottili e morbidi e dai fiori anche qui molto piccoli che vanno dal rosa al violetto.
Il timo, nonostante abbia dei periodi di fioritura relativamente brevi, è una buona pianta mellifera, molto bottinata dalle api che ne ricavano anche un miele monoflora. Il suo aroma inconfondibile ricorda un sottobosco secco, con note di scorza d’albero fresca, dal sapore intenso, forte, anche gradevolmente aspro con una marcata nota amaricante. Il timo ha un gusto ancora più intenso se viene essiccato.
Il Timo serpillo in particolare ha un elevato contenuto di oli essenziali (il timolo e carvacrolo) che hanno importanti proprietà curative per tutte le problematiche respiratorie come tosse, mal di gola, raffreddore, bronchite. Antibatterico naturale per eccellenza stimola il sistema immunitario ed è riconosciuto comunemente come importante rimedio antisettico, balsamico, vermifugo e sudorifero. Sono diverse ormai le aziende valdostane che ne propongono l’olio essenziale per sulfimigi o come profumatore, ma troviamo anche gli oleoliti per i massaggi o gli idrolati, le acque aromatiche. Inoltre è sempre più apprezzato nelle confezioni di piantine essiccate per essere utilizzato in infusione per ottime tisane.
Interessante la parabola del Timo Varico, una varietà creata dai ricercatori svizzeri e coltivato per fornire la produzione delle famose caramelle Ricola, ottenuto partendo dai semi del timo vulgaris di Verrayes perchè le piantine di questa zona della nostra regione hanno una percentuale di timolo doppia di quella presente nel Mediterraneo, piuttosto che in Provenza o nei Pirenei.
Proprio la comunità di Verrayes, dai primi anni Duemila, gli ha dedicato la “Feta de La Sarieula”, una sagra dedicata alla varietà vulgaris di Verrayes appunto, per celebrarne l’aroma attraverso un menu degustazione tutto a base di timo.
Nella cucina valdostana non ci sono vere e proprie ricette dedicate al timo che comunque è ormai un ingrediente diffuso tra gli chef, soprattutto per insaporire i civet di carne, le torte salate e da utilizzare nelle marinature delle trote.
Lo troviamo peraltro negli ingredienti dei profumi usati nel Lardo d’Arnad DOP Valle d’Aosta. Il disciplinare delle nostra Dop prevede infatti che lo spallotto o il dorso del suino riposi per almeno 3 mesi nei doil (contenitori di legno) con erbe aromatiche (tra le quali il timo a seconda dei produttori), aglio e spezie.
Interessante nella nostra regione è pure l’utilizzo del timo nella liquoristica. E’ sempre più diffuso nelle botaniche di amari valdostani molto conosciuti, come pure in prodotti monobotanica come il Liquore di Timo della Vertosan, l’Ot.Timo di Mai Domi o il Serpulet (dal serpillo appunto) prodotto dall’azienda agricola Le Motte con piante coltivate sopra i 1.800 metri a Gimillan di Cogne, per citarne alcuni.
Originario della macchia mediterranea, anche il timo, come altre specie vegetali non autoctone, ha trovato nei terreni valdostani un terroir ideale, grazie ai climi secchi e ventilati, che hanno permesso di esaltarne gli aromi e le proprietà uniche.