Nella parrocchia di Maria Immacolata ad Aosta celebrata la 32esima Giornata Mondiale del Malato
Domenica scorsa, 11 febbraio, festa di Nostra Signora di Lourdes, nella parrocchia di Maria Immacolata ad Aosta si è celebrata la 32esima Giornata Mondiale del Malato che aveva per tema «Non è bene che l’uomo sia solo» (Gen 2,18). Monsignor Franco Lovignana ha presieduto l’Eucarestia concelebrata con alcuni sacerdoti e diaconi, alla quale hanno assistito numerosi fedeli. Crisantemi e strelitzie adornavano l’altar maggiore e l’ambone, mentre la Corale della parrocchia di Pollein animava la liturgia con canti in francese. All’inizio della Messa don Isidoro Giovinazzo Mercuri, responsabile diocesano della Pastorale del Malato, e il Vescovo di Aosta hanno dato il benvenuto e ringraziato i presenti. Dopo la liturgia della Parola monsignor Franco Lovignana ha iniziato l’omelia dicendo: «Fratelli e sorelle umilmente vi invito questo pomeriggio a fermare l’attenzione sul gesto con il quale Gesù risponde all’invocazione del lebbroso. “Ne ebbe compassione - dice il vangelo - stese la mano e lo toccò”. Tante volte Gesù risponde a chi gli chiede di essere guarito oppure a chi è posseduto dal demonio semplicemente con la parola o addirittura a distanza. Il servo del centurione non viene presentato a Gesù, che lo guarisce a distanza, e così anche altre volte. Gesù con questo gesto rivela che Dio nel suo rapporto con gli uomini non soltanto è compassionevole, cioè si fa carico della loro sofferenza, del loro patire ma attraverso l’umanità del suo Figlio si coinvolge davvero nella storia degli uomini. Ecco, è la rivelazione che oggi raccogliamo dalla pagina del vangelo».
Il Vescovo ha poi aggiunto: «“Non è bene che l’uomo sia solo” così dice il Signore dopo aver creato l’uomo e prima di creare la donna. Siamo stati creati per stare insieme. Papa Francesco nel messaggio che forse qualcuno di voi ha avuto occasione di leggere, molto bello, afferma: ”Proprio perché questo progetto di comunione è scritto così a fondo nel cuore dell’uomo: l’esperienza della solitudine e dell’abbandono ci spaventa. Oggi, soprattutto in questo nostro Occidente decadente è urgente richiamarlo. E’urgente perché il tempo della vecchiaia e della malattia è spesso caratterizzato dalla solitudine, alla quale sono condannate tante persone». Monsignor Franco Lovignana ha poi sottolineato il passo del messaggio del Papa dove dice che «la solitudine è soprattutto frutto della cultura dell’individualismo che esalta il rendimento ad ogni costo. Una cultura che deve essere radicalmente rovesciata, prendendosi cura delle persone e delle loro relazioni con Dio, con gli altri, con sé stesse». E ha concluso l’omelia dicendo: «Penso che tutti voi siate colpiti, quanto lo sono io, dal numero di suicidi che ci sono nella nostra Regione. Qualcosa che non funziona, le persone sono sole, abbandonate, e non è colpa delle istituzioni, è che non riusciamo a costruire quella rete di fraternità per cui ci sentiamo supportati da amici, da vicini, dalle altre persone che fanno parte della stessa comunità. E qui siamo tutti coinvolti, giovani e anziani, sani e malati. Tutti possiamo costruire questa rete, ognuno di noi può metterci qualcosa, poco o tanto che sia». Al termine della Messa il Vescovo ha recitato la preghiera per la 32esima Giornata Mondiale del Malato, la Corale di Pollein ha intonato il canto «Les Saints et les Anges» e poi don Isidoro Giovinazzo Mercuri ha invitato i presenti a fermarsi per un momento di convivialità e per una lotteria a premi che vedeva coinvolta l’Oftal e allestita nel salone parrocchiale.