La sua famiglia, le sue verdure, la foire Desma Azzalea: donna di valori antichi

La sua famiglia, le sue verdure, la foire Desma Azzalea: donna di valori antichi
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Erano poco più che maggiorenni alla metà degli anni Cinquanta Desma Azzalea di Ollomont e Lidia Comé di Charvensod quando si conobbero a Morges nel Canton Vaud e tra le vigne dove, insieme a tante ragazze valdostane, erano andate a lavorare divennero grandi amiche. Entrambe nate nel 1933, sicuramente non avevano neppure lontanamente pensato che per uno strano incrocio del destino i loro figli, Dario Berlier e Siro Vierin, sarebbero diventati due degli scultori della tradizione che stanno segnando la nostra epoca. E questo gioco di incontri o di coincidenze, definiamolo come si voglia, ha fatto lasciare a Desma Azzalea questa vita proprio alla vigilia di quella fiera che per anni l’ha vista a fianco al marito Geppino Berlier, alla Porta Pretoria, presenza assidua nello slargo verso piazza Plouves, dopo averlo aiutato nei mesi precedenti alla realizzazione delle sue scope, un ricordo ancora ben presente per gli affezionati della millenaria. A pochi metri da quel banco era pure lo spazio dedicato al figlio Dario, ora in piazza Chanoux nell’Atelier, e per Desma Azzalea quei due giorni erano faticosi ma così belli e piacevoli, ascoltando gli apprezzamenti dei tanti che ammiravano l’impegno dei suoi cari.

Era arrivata a Gressan da Ollomont nel 1961 dopo il matrimonio con Giuseppe Berlier, ma nei primi cinque anni abitò in alto a Petite Cerise, visto che Geppino - dipendente della Cogne - svolgeva i turni all’impianto di Acque Fredde ed insieme accudivano mucche e galline, con Desma che in estate presentava il suo favoloso orto, vendendo i prodotti della terra ai turisti che sempre più numerosi frequentavano la zona.

Nata il 16 febbraio del 1933 - dopo il fratello Elia e la sorella Pierina, prima di Elviro (vedi foto d’antan a pagina 59) - veniva dal villaggio di Vesey, a fianco alla chiesa di Ollomont, tanto che il parroco don Agostino Pession era spesso ospite in casa, come molti altri perché dagli Azzalea un piatto di minestra era pronto per tutti. Furono le sorelle di don Pession - la maestra Graziella e la futura suora missionaria Maria Luisa con il nome di Melanie - ad occuparsi dell’educazione di Desma, destinata a diventare anche lei maestra, poi la vita come spesso accade prese altre direzioni. I bisogni famigliari la portarono prima a lavorare all’Albergo Italia delle sorelle Ines e Franca Verthuy poi nelle vigne svizzere. A Petite Cerise Desma Azzalea - mamma di Dario e poi di Andrea - trovò un mondo ideale, simile alla sua Ollomont, lontana dai rumori, a parte quello della Vespa 150 di Geppino, mentre la mamma Santorina Jotaz vedova di Pietro (enfant de l’hopital come si diceva allora e chiamato come un fiore) saliva spesso a trovarla, utilizzando la colorata ovovia.

La passione per i prodotti della terra, una volta trasferita a Surpillod di Gressan, continuò e Desma Azzalea ogni martedì era ad Aosta al mercato coperto, a fianco a tante altre contadine come lei. Lui alla Cogne e lei con la sua verdura, concretizzarono il sogno di ristrutturare la casa di Vaud a Ollomont, il loro rifugio estivo dove crescere i ragazzi e dove, con tanta gioia, vide nel fienile la prima riuscita mostra di Dario.

Donna forte, malgrado la sofferenza degli ultimi anni, non aveva mai cessato di essere un riferimento per i suoi figli e per Geppino, andandosene nella fede giovedì 25, con il funerale celebrato domenica 28 a Gressan, proprio alla vigilia di quella foire per lei appuntamento irrinunciabile da preparare e vivere insieme ai famigliari.

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