Addio Ferdinando Mognol, il partigiano elegante che soffrì per il fratello Paolo

Pubblicato:
Aggiornato:

Mercoledì scorso, 7 febbraio, è mancato - all’età di 99 anni - Ferdinando Mognol, residente a Saint-Pierre, partigiano del Battaglione Marin, inserito nella Brigata Fratelli Cairoli appartenente alla Divisione Garibaldi Nino Nannetti.

Nato a Vittorio Veneto in provincia di Treviso il 24 gennaio 1925, l’8 settembre 1943 Ferdinando Mognol si trovava a Trieste, in servizio premilitare, alle caserme. Aveva 18 anni. Di quel giorno Ferdinando Mognol ricordava che si sentivano spari nella città, molti soldati scappavano, e anche lui decise di fuggire e tornare a Vittorio Veneto, perché non si sapeva cosa sarebbe potuto accadere. Pochi giorni dopo l’8 settembre, a sorpresa, comparvero a casa i due fratelli maggiori, Paolo ed Enzo, che erano in servizio con l’esercito in Jugoslavia: anche loro avevano abbandonato la divisa, ed erano tornati in Veneto saltando di treno in treno. Qualche mese dopo, Nando Mognol si unì alle bande partigiane del Cansiglio e vi rimase fino alla Liberazione.

L’altopiano del Cansiglio era sgombro di forze nazifasciste e diventò una zona libera, ma mai una repubblica partigiana.

Come ovunque, la fame era il primo problema. Anche qui i partigiani cercavano di riorganizzare l’approvvigionamento, bloccando i prodotti e il bestiame che i contadini dovevano consegnare all’ammasso, per distribuirli alla popolazione secondo il bisogno. Gli animali venivano macellati in grotte sulla montagna, e la carne distribuita in base al numero dei componenti delle famiglie. Come in tutte le zone libere, il comando partigiano doveva occuparsi pure di sanità, cercando di riorganizzare un minimo di assistenza medica e di ricovero ospedaliero per i combattenti e i civili. Ai primi di settembre sul Cansiglio si scatena una grande battaglia che dura 9 giorni. La situazione militare diventa insostenibile e il Comando unificato ordina di abbandonare l’altopiano. Rastrellamenti e rappresaglie continuano per tutto il mese di settembre, come in tutta la regione.

Ferdinando Mognol non amava molto parlare di questi avvenimenti: il suo animo allegro si trasformava, si rattristava, così invitava piuttosto a leggere i libri sulla Resistenza nel Cansiglio. La fame, le preoccupazioni date alla madre, le morti e le uccisioni non abbandonavano i suoi ricordi.

Finita la guerra Nando si stabilisce per 15 anni in Francia, dove lavora, si sposa e ha figli. Nel 1970 la sua famiglia si trasferisce in Valle d’Aosta, a Saint-Pierre, dove c’è un altro fratello - Mario - ad aspettarli. Mancava a tutti l’Italia, per questo ci tornano: però a Fadalto di lavoro non ce n’era, e tutti i fratelli sono emigrati. Al paese era rimasta solo la mamma, che aspetta il figlio Paolo, partigiano deportato e mai più tornato. Con il passare del tempo, si riducono le speranze e crescono le preoccupazioni per le sofferenze che i famigliari temevano Paolo avesse dovuto patire prima della morte. Degli 11 fratelli Mognol molti erano stati partigiani e alla fine della guerra diversi di loro migrarono in Francia, a Belfort.

Dopo 75 anni, grazie ad una ricerca Nando e la sua famiglia scopriranno che Paolo era stato registrato nell’archivio del campo di Mauthausen e la data della sua scomparsa era il 16 febbraio 1945, appena 3 mesi prima della liberazione del campo che si trova attualmente in Austria. Questa storia aveva rasserenato Nando Mognol. Ferdinando, partigiano, appena 18enne era entrato nella stessa brigata del fratello, e voleva che si sapesse cosa era successo. Per questo aveva chiesto di condividere la storia di Paolo sul gruppo di Facebook "25 APRILE SEMPRE. L'Italia che Resiste!!!" sulla quale aveva ricevuto tanti commenti e altri racconti.

Nell’ascoltare il racconto degli ultimi mesi di suo fratello Paolo, Ferdinando aveva esclamato - con gli occhi lucidi - «Finalmente sappiamo...». L'emozione era stata immensa e soprattutto aveva trovato il suo finale una storia che aveva gravato sul cuore di tutti i famigliari.

Ferdinando Mognol era solare, simpatico e sempre pronto alla battuta. Amava la musica e il ballo, la compagnia ed era sempre molto elegante.

I funerali si sono svolti nella mattinata di ieri, venerdì 9 febbraio, nella chiesa parrocchiale di Saint-Pierre. Nando Mognol lascia i figli Aldo, Livio con Luisa e Nadia con Ezio e i nipoti Giorgia e Christian.

Abbonamento Digitale La Valléè
Archivio notizie
Settembre 2024
L M M G V S D
 1
2345678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
30