Restyling per caveri.it, il sito di Luciano Caveri

Restyling per caveri.it, il sito di Luciano Caveri
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Un nuovo sito per caveri.it, dopo almeno due decenni della vecchia versione. Come mai il cambio?

«Con Alain Martini, che segue da allora la mia “creatura” sotto il profilo tecnologico, da tempo dicevamo che bisognava aggiornarsi e soprattutto renderlo leggibile sui telefoni. Da qualche giorno abbiamo fatto il cambio e mi pare che ci stia prendendo la mano. Ho avuto apprezzamenti dagli aficionados».

Lei ha sempre scritto in parallela alla politica.

«Vero. Avevo agli albori una rubrica proprio su La Vallée Notizie, in passato ho collaborato e in parte diretto per anni in modo continuativo Le Peuple Valdôtain e anche il giornale del SAVT, ho curato rubriche radiofoniche su RadioMonteRosa e Top Italia Radio e al tempo del Parlamento europeo sono stato il primo in Valle ad avere un Blog e ho cominciato a scrivere tutti i giorni dell’anno senza mai mancare».

Un vero sforzo trovare degli spunti quotidiani.

«Certamente lo è e rimbalzo da tempo i Post su X (ex Twitter) e su LinkedIn da un pochino. Un esercizio, questa scrittura, che pratico per ragioni non propagandistiche ma di reale interesse per dire come la penso e ogni tanto le mie dichiarazioni fissate lì servono anche al dibattito politico. Non ho peli sulla lingua e non so se sia un difetto o una dote».

Lei ha sempre evitato Facebook.

«Una scelta. Avevo fatto un account mai usato e che tra breve sparirà. Lo strumento non mi piace, troppe liti. I profili anonimi dei Social consentono davvero il peggio e in più - limite di questi strumenti - gli algoritmi ti fissano su quelli che la pensano come te e spengono il dibattito. Poi ci sono gli odiatosi e quella categoria così espressa da Umberto Eco “'Internet dà diritto di parola a legioni di imbecilli', che una volta si esibivano al bancone del bar».

Per altro segue oggi il digitale nelle sue deleghe da assessore.

«Un impegno utile per non stare indietro proprio con le evoluzioni tecnologiche, che sono incredibili. L’intelligenza artificiale è una rivoluzione da cavalcare. Forse inquietante in suoi passaggi, ma diventerà un elemento importante per vita e lavoro».

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