Pensionato non vedente sfrattato dalla casa popolare
Una brutta storia, nata male e finita peggio. E' quella di Antonino Ursida, 73 anni, invalido al 100 per cento e non vedente. Una vicenda che ha dell'incredibile e che sembra impossibile possa accadere in una regione come la Valle d'Aosta, perla turistica e da sempre descritta come un’isola felice. Per Antonino Ursida di felice purtroppo non c'è niente, anzi, solo difficoltà e tanta amarezza. Il suo caso era diventato di pubblico dominio pochi mesi fa, dopo che l'Arer - Azienda Regionale Edilizia Residenziale - nel settembre del 2022 dopo un cambio volontario, gli aveva assegnato un alloggio in via Lexert, nel Quartiere Cogne di Aosta. Un appartamento da incubo, disastrato e lurido, con riscaldamento non funzionante, fili elettrici e tubi del gas che a vista lungo le pareti, una presa della corrente elettrica pericolosamente situata ai piedi della tazza della doccia, infissi che lasciavano entrare folate di aria gelida. A tutto ciò, va aggiunto lo scorrazzare di topi durante la notte. Una casa invivibile dal punto di vita igienico, come certificato pure dall’Usl dopo un sopralluogo avvenuto a fine novembre dello scorso anno. Da qui, lo scontro con l’Arer, al quale Antonino Ursida chiedeva che quel tugurio fosse messo a posto, annunciando che fino a quel giorno non avrebbe più pagato l'affitto con l'accordo però che, una volta sistemato, avrebbe saldato tutti gli arretrati. La ristrutturazione non è mai avvenuta né, tantomeno, al pensionato è stata trovata una sistemazione alternativa. Anzi, poco prima di Natale gli è stato notificato lo sfratto con la «Decadenza dall'assegnazione di alloggio». È sua sorella Maria a raccontare che a causa di quella casa malsana Antonino Ursida si è preso due bronchiti e attualmente è in cura per una polmonite: «Dormiva vestito di tutto punto con sciarpa e berretto di lana per il freddo, impossibilitato a lavarsi con acqua calda o a scaldarsi qualcosa da mangiare poiché la cucina era inutilizzabile». Nel frattempo, e prima di ulteriori malanni, Antonino Ursida ha abbandonato quell'alloggio e si è sistemato in un appartamento a sue spese dove, tra affitto e spese condominiali, deve sborsare 750 euro al mese, soldi che devono uscire dalla sua magra pensione di 600 euro mensili più quelli che gli giungono per l'invalidità. «Per poter prendersi questo appartamento ha dovuto chiedere un prestito all'Inps perché altrimenti come avrebbe potuto fare? Non possiamo accettare un'ingiustizia simile, - commenta Maria, 70 anni, occhi e voce del fratello - pertanto tutta questa storia la porteremo in Tribunale dove ognuno dovrà rispondere delle proprie azioni». Otterrà giustizia Antonino Ursida, forse primo non vedente in Italia ad essere messo sulla strada dalle istituzioni?