Paolo Consol, con il papà Aldo è stato un punto di riferimento del commercio del bestiame
Coppia inseparabile, Aldo e Paolo Consol, dalla notte tra venerdì e sabato scorsi - per i tantissimi che li hanno conosciuti e stimati - sono di nuovo insieme, speriamo in quei pascoli verdi del cielo e speriamo pure circondati da quelle belle mucche pezzate rosse che a loro piacevano.
Figura carismatica del commercio del bestiame in Valle d’Aosta e nel Canavese, competente come pochi, Aldo Consol ci ha lasciati nel novembre del 2011, trasmettendo il testimone ideale, fatto soprattutto di tanta passione, al figlio Paolo, il ragazzo che era diventato adulto accompagnandolo ovunque si tenesse un mercato, una fiera, una rassegna. Insieme hanno costituito un duo formidabile, un’occhiata per capirsi, qualche frase in töitschu se proprio bisognava parlare e poi la parola, bastava la parola, accompagnata dalla stretta di mano, gente di altro peso e altra storia.
Dopo avere concluso i loro affari, Paolo si infilava il camice scuro e con un’eleganza rara caricava le mucche e le manze sul camion di famiglia, partendo per una nuova avventura di commercio. Dal novembre del 2011 appunto al suo fianco in cabina non era più Aldo, ma nel lavoro la continuità degli insegnamenti ricevuti era legge.
Paolo Consol venerdì ha trascorso la giornata all’arena della Croix Noire, congedandosi nel pomeriggio dopo avere atteso la nascita al vicino Beauregard della nipotina Ambra. E’ salito a trovarla, chissà che gioia, dopo Viola e Tommaso, poi è rientrato a Issime dove poco prima di mezzanotte un infarto gli è stato fatale. Una vita che arriva, una vita che se ne va, una tristezza per il mondo dell’allevamento valdostano e piemontese, che in questa famiglia - i Consol - trovava da decenni degli interlocutori affidabili, seri in tutto ciò che facevano e pertanto molto apprezzati, il cui ruolo nella valorizzazione della razza bovina valdostana pezzata rossa è stato rilevante, visto che l’hanno promossa anche lontano dalle nostre montagne.
Da Plane di Issime e da via Carlo Viola a Pont-Saint-Martin i Consol commerciavano con successo ovunque, sempre presenti, sempre attenti, gente seria, che pagava il giusto e puntualmente. Di Paolo ricordiamo la stretta di mano poderosa, simbolica, che concludeva ogni trattativa, quel sorriso e quegli occhi ammiccanti dietro alle lenti degli occhiali, un uomo che dava e otteneva fiducia e che lunedì ha ricevuto l’ultimo saluto nella chiesa dei suoi antenati, con a fianco la moglie Nella Nicoletta e le figlie Elisabetta e Valentina.